Poche immagini come quella scattata in piazza Tienanmen il 5 giugno 1989 sono state in grado di raccontare la storia. Lo scatto, che ha fatto il giro del mondo diventando un grido di denuncia e resistenza da parte di tutta una generazione, immortala un giovane uomo che, in tutta la sua fragilità fisica, si contrappone all’avanzata dei carri armati il giorno successivo il massacro portato a termine dal governo cinese. Ma chi era questo sconosciuto che ha mostrato con orgoglio un ultimo atto di resistenza non violenta contro la mano forte di una dittatura? Le opinioni a riguardo sono diverse. Secondo la rivista britannica la rivista britannica Sunday Express si trattava di un certo Wang Weilin, uno studente di 19 anni.
Nessuna prova, però, conferma questa idea come le altre ipotesi. Altrettanto misteriosa, poi, è la sorte dello sconosciuto. Dopo aver cercato di fermare i carri armati per più di una volta, infatti, viene portato via da alcuni uomini sotto gli occhi di gran parte della stampa estera. Da quel momento non è stato possibile avere notizie certe su di lui.
Le ipotesi
Alcuni, ad esempio, ipotizzano che sia stato giustiziato dopo alcuni mesi da una plotone. Nel libro Red China Blues: My Long March from Mao to Now, invece, Jan Wong dichiara che l’uomo era ancora vivo e residente in Cina. Inutile dire che il governo della Repubblica Popolare Cinese non si sia reso disponibile a dare una risposta esaustiva alle domande della stampa in questo senso. Secondo l’allora Segretario generale del Partito Comunista Cinese, Jiang Zemin l’uomo non è stato giustiziato.
Dello stesso avviso, invece, non è Bruce Herschensohn, uomo molto vicino al presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. In un discorso al Circolo Presidenziale nel 1991, infatti, ha affermato che l’uomo era stato giustiziato 14 giorni dopo i fatti di Tienanmen. Per finire, poi arriva la notizia dell’agenzia di stampa AsiaNews. Stando a questa fonte, infatti, l’uomo sarebbe stato rilasciato nel 2007, prima delle Olimpiadi di Pechino, dopo a ver passato 18 anni in carcere.
Qualunque sia stata la sua sorte, comunque, quel disperato gesto di resistenza è entrato nella cultura popolare e si è guadagnato un posto nei libri di Storia Contemporanea. Tra gli scatti più noti di quel momento c’è, senza dubbio, quello del fotografo Charlie Cole del Newsweek . Nel 2003, infatti, è stato inserito tra Le 100 foto che hanno cambiato il mondo della rivista Life.