La Sacra Sindone, ovvero il lenzuolo funebre dove si pensa possa essere impresso il corpo di Cristo si trova a Torino per una serie di circostanze storiche. In particolare, per permettere a Carlo Borromeo, sul finire del 1500, di sciogliere un voto relativo alla grande peste di Milano.
La prima notizia ufficiale della Sindone risale al 1353, quando il cavaliere Goffredo di Charny donò alla città di Lirey il telo che avvolse il corpo di Gesù. Senza tuttavia spiegare come lo abbia avuto. Per decenni la reliquia è stata fonte di dispute e studi, fino a quando, nel 1453, una delle sue “proprietarie”, Margherita di Charny, figlia di Goffredo II non la vendette ai Duchi di Savoia. Fu in questo momento che la Sindone legò il suo destino alla città di Torino. Anni dopo, infatti, il 15 settembre 1578 Emanuele Filiberto, successore di Carlo III di Savoia, che aveva trasferito la capitale del ducato di Savoia a Torino, vi portò anche la Sindone.
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Questo per venire incontro alle richieste di San Carlo Borromeo. Il quale, durante la peste di Milano, fece voto di andare a piedi a onorare la reliquia. Per abbreviare il cammino del porporato, Emanuele Filiberto decise quindi di sistemare la sindone nella città. E qui rimase sempre, salvo brevi spostamenti.
Nel 1694 venne collocata nella cappella appositamente costruita tra il duomo e il palazzo reale dall’architetto Guarino Guarini. Poi, traslata e custodita nella cattedrale di Torino, nell’ultima cappella della navata sinistra, sotto la tribuna reale.
La Sindone si trova in una teca di cristallo all’interno di una cassaforte. In questo modo è protetta dalle aggressioni del tempo e degli agenti atmosferici. Le ostensioni pubbliche sono rarissime. L’ultima risale al 2010. Si parla di una prossima presentazione in occasione del giubileo del 2025.