Cos’hanno in comune Nanni Moretti e la nutrizionista veneta e creator di Instagram Valentina Alberton? Il fatto di aver condiviso la stessa malattia, il linfoma di Hodgkin. E soprattutto, la stessa Odissea tra i medici, raccontata dal regista nel terzo, bellissimo capitolo di Caro Diario. In entrambi i casi, la diagnosi è tardata ad arrivare, con conseguenze che avrebbero potuto essere letali. Il linfoma di Hodgkin è un tumore molto raro che colpisce il sistema linfatico. Quello che origina dai linfociti B, ovvero i globuli bianchi presenti nel sangue, nei linfonodi, nella milza, nel midollo osseo e in tutti gli organi che compongono il tessuto linfatico. E che aiutano svolgono un ruolo chiave nella risposta immunitaria alle malattie.
La malattia si sviluppa in particolare nei linfonodi, le nostre sentinelle. Prende il nome da Thomas Hodgkin, il medico inglese che descrisse la malattia nel 1832.
Il linfoma di Hodgkin si distingue in due tipi, Classico, il più diffuso. E a predominanza linfocitaria.
Il primo sintomo è l’ingrossamento dei linfonodi, associato a febbre pomeridiana, sudorazioni notturne, perdita di peso e prurito. In alcuni casi c’è anche la stanchezza e la mancanza di appetito.
In caso di sintomi debilitanti, le analisi consigliate sono la TAC e soprattutto la PET, la tomografia a emissione di positroni con 18F-fluorodesossiglucosio. Un test che è dettagliatissimo e riesce a trovare ogni più piccola modifica dell’organismo. E che si consiglia anche dopo i primi cicli di chemioterapia, per vedere l’andamento della cura. Se la malattia è già in remissione o addirittura sparita, le probabilità di guarigione definitiva sono alte. In una malattia che vede il perfetto recupero dell’87% delle pazienti e dell’85% dei pazienti.
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Valentina Alberton, la nutrizionista di Bassano del Grappa che ha raccontato la sua storia sui social, ha solo 27 anni (compiuti il 30 agosto). Ma con la sua storia ha dimostrato quanto sia importante conoscere sé stessi e non mollare davanti alla superficialità di certi medici.
“Il 15 marzo ho iniziato, improvvisamente, a percepire le gambe pesanti, stanche e visivamente si sono riempite di ritenzione idrica. Avevo difficoltà anche a fare delle semplici scale. Inizialmente pensavo fossero solo affaticate ma col passare dei giorni non migliorava nulla. Da lì è iniziata la mia corsa tra esami e visite su visite (quasi tutte privatamente perché IO volevo capire) dove nessuno riusciva a spiegarsi il mio quadro. Ricordo che dopo un’ecografia mi è stato detto “signorina è inutile che si lamenti della cellulite, anche io 20 anni fa avevo i capelli”.. FOLLIA.
Non mi sono fatta fermare da nulla, io volevo capire a tutti i costi, conosco il mio corpo e sentivo che c’era qualcosa di diverso. Il 28 maggio sono arrivata al limite, ero stanca di non avere risposte e mi sono recata al pronto soccorso. Qui sono stata trattata come in tutte le altre visite e per farmi ascoltare ho DOVUTO FINGERE DI STARE PEGGIO di come stavo. Hanno deciso di ricoverarmi e da lì mi sono ritrovata nelle montagne russe. TAC.. trasferimento a Vicenza, PET, BIOPSIA e alla fine la diagnosi: Linfoma allo stadio II
Voglio dire una cosa: Ringrazio me stessa per aver insistito perché in queste situazioni prima si interviene e meglio è….quindi ASCOLTATEVI SEMPRE, SE SENTITE CHE C’È QUALCOSA CHE NON VA NON FERMATEVI!!!“