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Home » Innovazione » Scienza » I premi Nobel 2011 hanno “sbagliato”: l’universo non si sta espandendo, ha iniziato a “crollare”

I premi Nobel 2011 hanno “sbagliato”: l’universo non si sta espandendo, ha iniziato a “crollare”

L'universo? Sta rallentando sempre di più contrariamente alla teoria che vinse il Nobel. Ecco tutto quello che sappiamo.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino6 Novembre 2025
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Un'immagine dallo spazio profondo
Un'immagine dallo spazio profondo (fonte: Unsplash)
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Una nuova ricerca astronomica mette in discussione una delle scoperte più celebrate della cosmologia moderna, quella che valse il Premio Nobel per la Fisica nel 2011 a Saul Perlmutter, Brian Schimdt e Adam Reiss. Secondo uno studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, l’espansione dell’universo potrebbe non accelerare come si è creduto per quasi tre decenni, ma al contrario starebbe rallentando.

Il professor Young-Wook Lee dell’Università Yonsei in Corea del Sud, che ha guidato la ricerca, afferma che le osservazioni del suo team indicano come l’universo sia già entrato in una fase di espansione decelerata e che l’energia oscura, la misteriosa forza ritenuta responsabile dell’accelerazione cosmica, si stia indebolendo nel tempo molto più rapidamente del previsto.

Se confermati, questi risultati avrebbero implicazioni profonde sul destino dell’universo. Invece di espandersi indefinitamente, il cosmo potrebbe teoricamente invertire la marcia e collassare su se stesso in uno scenario conosciuto come “big crunch”, una sorta di big bang al contrario.

lo spazio stellare
lo spazio stellare (fonte: Unsplash)

La scoperta originale dell’energia oscura risale al 1998, quando gli astronomi osservarono supernove di tipo 1a in galassie lontane. Queste stelle esplose venivano utilizzate come “candele standard”, oggetti celesti dalla luminosità uniforme che permettevano di misurare le distanze cosmiche. Le osservazioni rivelarono che le supernove distanti erano più deboli del previsto, portando alla conclusione che l’espansione dell’universo stesse accelerando.

Fino agli anni Novanta, infatti, si presumeva che la gravità agisse come un freno cosmico, rallentando l’espansione dell’universo attirando le galassie le une verso le altre. La scoperta dell’accelerazione ribaltò completamente questa visione consolidata.

Tuttavia, il professor Lee paragona l’assunto alla base di quella scoperta a “allacciare una camicia partendo dal bottone sbagliato”. Il problema, secondo la nuova ricerca, risiede nell’ipotesi che tutte le supernove di tipo 1a siano effettivamente uniformi nella luce che emettono. Il team ha studiato 300 galassie ospiti di supernove utilizzando un metodo diverso per stimare la loro età, concludendo che esistono variazioni nelle proprietà delle stelle nell’universo primordiale che producono, in media, supernove più deboli.

Correggendo questo bias sistematico, l’analisi suggerisce che l’universo continua a espandersi, ma che l’espansione ha rallentato e l’energia oscura sta diminuendo. Se l’energia oscura continuasse a decrescere fino a diventare negativa, la teoria prevede che l’universo potrebbe effettivamente terminare in un big crunch.

Lo studio giunge in un momento di fermento nel campo della cosmologia e in qualche modo prosegue sull’onda di altre ricerche simili. All’inizio del 2025, il consorzio Desi aveva raggiunto conclusioni simili in modo indipendente, suggerendo che l’energia oscura potrebbe non essere costante ma evolversi nel tempo. Questi sviluppi paralleli stanno aprendo un dibattito acceso sulla natura dell’energia oscura e sul futuro dell’universo.

 

 

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