Solo venti giorni fa, un enigmatico viaggiatore cosmico, denominato 3I/ATLAS, che sta attraversando il Sistema Solare, è stato scoperto dal telescopio ATLAS finanziato dalla NASA in Cile. La sua particolarità? L’origine interstellare. E anche il fatto di essere il terzo “oggetto” di questo tipo mai rilevato, dopo ‘Oumuamua (2017) e Borisov (2019). Adesso arriva un piccolo colpo di scena. La sua traiettoria, che lo porterà a sfiorare il Sole il 29 ottobre 2025, ha spinto un fisico di Harvard a farsi una domanda: e se fosse una sonda aliena?
Le dimensioni stimate di 3I/ATLAS, paragonabili a quelle di Manhattan (circa 20 chilometri di diametro), lo rendono insolitamente grande per un asteroide interstellare. Secondo il professor Avi Loeb, astrofisico di Harvard, questa caratteristica, unita alla sua orbita retrograda e alla mancanza di segni tipici di una cometa, come gas o polveri, suggerisce un’origine non naturale. Loeb ipotizza che l’oggetto possa essere stato progettato da una civiltà extraterrestre, forse per esplorare il Sistema Solare, sfruttando una traiettoria che lo rende difficile da osservare dalla Terra quando sarà più vicino al Sole.

“Se non è un asteroide né una cometa, cosa potrebbe essere?“, si chiede Loeb, sottolineando l’importanza di approfondire l’indagine. Tuttavia, la comunità scientifica rimane scettica. Richard Moissl, responsabile della difesa planetaria presso l’Agenzia Spaziale Europea, sostiene che le osservazioni indicano un oggetto naturale, probabilmente una cometa con scarsa attività gassosa.
La luminosità di 3I/ATLAS potrebbe derivare da un nucleo più piccolo circondato da una nube riflettente, una spiegazione più convenzionale rispetto all’ipotesi aliena. Gli astronomi stanno raccogliendo dati per determinarne la composizione, utilizzando strumenti avanzati come il telescopio James Webb e l’osservatorio Vera C. Rubin in Cile, che potrebbero rivelare dettagli cruciali nei prossimi mesi.
Nonostante le divergenze, l’interesse per 3I/ATLAS è altissimo. La sua velocità di 245.000 km/h e il passaggio ravvicinato a Venere, Marte e Giove lo rendono un soggetto di studio unico. Sebbene non rappresenti una minaccia per la Terra, con un passaggio a 240 milioni di chilometri, questo oggetto continua a stimolare il dibattito: è un semplice frammento cosmico o un segno di vita intelligente?