Il lifting del vampiro, italianizzazione del Vampire FaceLift, è un trattamento estetico che prevede l’utilizzo sul viso di micro aghi, la cui puntura provoca la stimolazione del collagene. Con un conseguente aspetto più “rimpolpato” e rilassato del volto. Si chiama lifting del vampiro perché, com’è naturale che sia, le punture provocano un minimo sanguinamento del viso. Tra le fan del vampire facial c’è ovviamente anche Kim Kardashian, che si è mostrata, ricoperta di sangue, qualche tempo fa.
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Le iniezioni, effettuate con uno strumento specifico, arrivano nel derma a profondità regolabili dal medico estetico, proprio perché le aree da trattare non sono tutte uguali. A volte il Vampire FaceLift viene accompagnato anche dall’innesto di plasma ricco di piastrine, prelevato dal sangue della paziente e opportunamente trattato. Il plasma infatti contribuisce al rinnovamento cellulare. Solitamente si tratta di una procedura senza particolari rischi, se non quella di una leggero rossore post trattamento o la presenza di piccoli ematomi che si riassorbono in pochi giorni.
Tuttavia, negli ultimi tempi, cinque persone (quattro donne e il compagno di una di esse) hanno rivelato di aver contratto il virus dell’HIV dopo una seduta di Vampire FaceLift. Si tratta di clienti di un centro estetico di Albuquerque in New Mexico. L’indagine è partita nel 2018 quando una prima paziente risultò positiva all’HIV, nonostante non avesse avuto comportamenti a rischio né avesse subito trasfusioni. Fu chiaro agli inquirenti che il problema fosse proprio il lifting del vampiro. A causa della presenza di sangue nel trattamento.
Il centro estetico in questione non aveva autorizzazione a svolgere la procedura. Che, lo ricordiamo, deve essere fatta in ambiente protetto e con supervisione medica o di personale esperto. Oltre alle basilari regole d’igiene infrante, inoltre, la titolare del centro, finita poi in prigione, non aveva un registro completo delle clienti. Cosa che ha reso difficile contattare altre persone, potenzialmente infette. Prima di questa storia non erano noti casi di HIV legati a iniezioni di sangue per una procedura estetica.