La notizia è di quelle destinate a diventare storiche. Per la prima volta, infatti, in alcuni supermercati di Singapore è possibile acquistare il primo prodotto a base di carne coltivata. Uno spezzatino di pollo prodotto dalla GoodMeat, azienda pioniera nella produzione di carni alternative. Di cosa è fatta? Solo il 3% del prodotto totale è effettivamente carne riprodotta artificialmente a partire da cellule staminali di veri tessuti animali. Per il resto, troviamo ingredienti già presenti all’interno di prodotti a base di proteine di legumi. Quindi glutine, soia, olio di girasole e di cocco, più il solito amido e aromi naturali.
Eppure, anche quella piccola quantità dona un gusto diverso al prodotto in questione, più vicino a quello della vera carne, e di conseguenza più competitivo rispetto alle carni vere.
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Con una differenza notevole: non aver procurato sofferenza agli animali. E, sul lungo periodo, contribuire a non alimentare il riscaldamento globale. Causato, quasi per intero, dalle emissioni di gas degli allevamenti intensivi. Negli ultimi giorni, anche grazie alla trasmissione del documentario di Giulia Innocenzi, Food for Profit, su Rai 3, all’interno di Report, i riflettori si sono riaccesi su una tematica delicata in cui confluiscono istanze morali, politiche, economiche ed ambientali.
Innocenzi e Paolo D’Ambrosi hanno scoperchiato un vaso di Pandora gigantesco, mostrando le connivenze tra politica e lobby dei produttori di carne. Il parlamentare europeo, Paolo De Castro, non si ricandiderà alle prossime europee, proprio dopo la diffusione del documentario.
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La carne coltivata, dunque, è a tutti gli effetti vera carne di maiale, pollo, manzo o pesce, solo riprodotta in laboratorio. Sul processo di lavorazione siamo state dettagliate qui. Al momento costa 40 euro al kg, ma il prezzo è destinato a scendere se, come si crede, la domanda è destinata a salire. Non nasce per venire incontro alle esigenze dei vegani, che non mangiano prodotti animali per questioni etiche. Quanto per gli onnivori che desiderano avvicinarsi a una dieta 100% vegetale, senza rinunciare al sapore della carne e alle ricette della tradizione.
In Italia la Camera dei deputati ha approvato un disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata. Siamo dunque il primo paese il primo al mondo che proibisce la produzione e anche la commercializzazione di questo tipo di prodotto.