La sigla SOS è universalmente riconosciuta come un segnale di richiesta di aiuto, ma il suo significato e la sua origine sono spesso fraintesi. Utilizzata in situazioni di emergenza, SOS è un codice Morse che ha salvato innumerevoli vite, grazie alla sua semplicità e riconoscibilità. Contrariamente a quanto si crede, SOS non è un acronimo, come “Save Our Souls” o “Save Our Ship”. Secondo la International Telecommunication Union, SOS fu scelto nel 1906 durante la Conferenza Radiotelegrafica Internazionale di Berlino per la sua semplicità in codice Morse: tre punti (· · ·), tre linee (— — —), tre punti (· · ·).
Questa sequenza (· · · — — — · · ·) è facile da trasmettere e riconoscere, anche in condizioni di scarsa ricezione. La scelta fu formalizzata nel 1908 sostituendo il precedente codice CQD, usato dalla Marconi.

L’adozione di SOS avvenne in un’epoca in cui la telegrafia senza fili stava rivoluzionando le comunicazioni marittime. Secondo fonti autorevoli come BBC, il naufragio del Titanic nel 1912 HA reso SOS un simbolo globale: gli operatori radio del Titanic trasmisero sia CQD che SOS, ma quest’ultimo divenne il segnale standard.
Tecnicamente, SOS è un segnale continuo in codice Morse, senza pause tra le lettere, per massimizzare la chiarezza. Esso non rappresenta parole, ma è un prosign, un simbolo unico per le emergenze. Culturalmente, però, miti come “Save Our Souls” si sono diffusi per il bisogno umano di attribuire un significato narrativo.
Oggi, SOS è utilizzato in vari contesti, dalle comunicazioni radio alle segnalazioni visive (es. lampeggiamenti luminosi) e rimane il segnale standard per le emergenze marittime, integrato da sistemi moderni come il GMDSS (Global Maritime Distress and Safety System). Inoltre, SOS appare in contesti non tecnici, come acronimo per campagne di sensibilizzazione o marchi, ma il suo uso primario resta legato alle emergenze.
Come riportato dallo Smithsonian Magazine, fu scelto anche per la sua simmetria grafica in Morse, rendendolo distintivo rispetto ad altri segnali.
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