Non è solo una questione di ritmo o di passi a tempo di musica: danzare potrebbe avere effetti sorprendenti sul cervello. Secondo una recente revisione scientifica internazionale, ballare non è solo un esercizio fisico, ma anche un potente stimolo cognitivo ed emotivo. I benefici? Vanno dalla riduzione dello stress al rafforzamento della memoria, passando per un miglioramento dell’umore e delle relazioni sociali. Il tutto grazie a un mix unico di movimento, creatività e divertimento.
Una revisione sistematica pubblicata nel 2024 ha confrontato gli effetti della danza con quelli di altre attività fisiche strutturate, prendendo in esame 27 studi condotti su oltre 1.300 persone. I ricercatori dell’Università di Sydney hanno osservato che praticare danza per almeno sei settimane ha portato benefici paragonabili, se non addirittura superiori, a quelli dell’esercizio fisico tradizionale. Tra i miglioramenti più evidenti: una maggiore motivazione, migliori capacità mnemoniche, e una riduzione significativa dei sintomi depressivi e dell’ansia.
Il punto di forza della danza è la sua capacità di coinvolgere mente e corpo allo stesso tempo. A differenza degli esercizi puramente fisici, ballare richiede attenzione ai movimenti, memorizzazione delle sequenze, coordinazione motoria e spesso interazione con altri. Tutti questi elementi stimolano aree diverse del cervello, come dimostra la produzione del fattore neurotrofico cerebrale (BDNF), una proteina fondamentale per la creazione di nuove connessioni neuronali. Questo aiuta a mantenere giovane il cervello e può contribuire a creare una vera “riserva cognitiva”, utile per prevenire o ritardare l’insorgere di malattie neurodegenerative.

Non solo: ballare in gruppo favorisce la socializzazione e il senso di appartenenza. Il contatto visivo, l’espressione creativa e il movimento sincronizzato con altri partecipanti stimolano l’empatia e riducono il senso di isolamento. Questo aspetto sociale è particolarmente importante nei giovani, ma si rivela prezioso anche per persone con patologie come Parkinson o Alzheimer nelle fasi iniziali, che possono così mantenere attiva la mente in modo piacevole e motivante.
Gli studiosi sottolineano anche l’importanza del divertimento. Quando un’attività piace, è più facile mantenerla nel tempo. Ed è proprio la costanza che garantisce i benefici a lungo termine. In effetti, i tassi di abbandono degli interventi basati sulla danza sono risultati più bassi rispetto a quelli dell’attività fisica classica. Il piacere di ballare, insomma, diventa il carburante che aiuta a prendersi cura della propria salute senza sentirlo come un dovere.
Secondo la neuroscienziata spagnola Ana Belén López-Rodríguez, anche solo osservare se stessi mentre si balla, ad esempio davanti a uno specchio, può migliorare la postura, la consapevolezza del corpo e la coordinazione. Inoltre, i movimenti ritmati aiutano a liberarsi da pensieri ossessivi e ripetitivi, contribuendo a raggiungere uno stato di equilibrio interiore, chiamato omeostasi.
Per il futuro, i ricercatori invitano a esplorare l’efficacia di diversi tipi di danza (dal tango alla salsa, dal flamenco al balletto) su specifici aspetti della salute mentale e fisica. L’obiettivo è capire se alcune coreografie o ritmi musicali abbiano effetti più mirati, ad esempio sulla memoria o sulla gestione dello stress.