Un recente studio pubblicato sulla rivista medica BMJ ha riacceso il dibattito scientifico sul legame tra consumo di patate e diabete di tipo 2. La ricerca, che ha monitorato oltre 205.000 adulti americani per quasi quattro decenni e i dati sono inequivocabili: consumare tre porzioni settimanali di patatine fritte aumenta del 20% il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Ma, ed ecco la chiave dello studio, le stesse quantità di patate bollite, al forno o purè non sembrano associarsi alla malattia.
La distinzione non è casuale. Durante la frittura, le patate assorbono oli ricchi di grassi saturi e trans, trasformandosi in vere e proprie bombe caloriche. Come spiega la ricerca di Harvard, quando le patate vengono fritte, il contenuto energetico aumenta drasticamente a causa dei grassi assorbiti, predisponendo all’aumento di peso.
Il processo di frittura non solo incrementa le calorie, ma modifica profondamente la composizione nutrizionale del cibo. Gli oli utilizzati per friggere contengono grassi che il corpo metabolizza in modo tale da contribuire alla resistenza insulinica, condizione in cui le cellule non rispondono correttamente all’insulina, l’ormone che regola gli zuccheri nel sangue.

Non tutte le preparazioni sono uguali. Durante gli anni ’80 molte catene di fast food utilizzavano sebo di manzo per friggere, mentre negli anni ’90 si è passati agli oli parzialmente idrogenati, ricchi di grassi trans. Oggi si usano prevalentemente oli vegetali come quello di canola o girasole, ma il problema della densità calorica rimane.
Le patate preparate senza frittura mantengono invece caratteristiche nutrizionali interessanti. Contengono potassio, importante per la regolazione della pressione sanguigna, e quando consumate con la buccia forniscono fibre utili per il controllo glicemico. La buccia, spesso scartata, racchiude gran parte dei nutrienti del tubero.
Anche preparare le patatine in casa può fare la differenza: cuocerle al forno utilizzando oli più salutari come quello d’oliva o di avocado rappresenta un compromesso migliore rispetto alle versioni da fast food. E se le desiderate fritte, qui c’è la ricetta infallibile.
Per evitare pericolosi fraintendimenti, è importante ricordare che l’alimentazione va valutata nel suo complesso. Come sottolineano i nutrizionisti, le persone non mangiano un singolo alimento, ma pasti completi, e l’impatto sulla salute dipende dall’intera dieta piuttosto che da singoli cibi.
L’evidenza scientifica suggerisce prudenza nel consumo di patate fritte, soprattutto per chi ha familiarità con il diabete o altri fattori di rischio. Un piatto variegato con frutta, verdure, cereali integrali e proteine sane rimane la strategia alimentare più efficace per mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue e preservare la salute a lungo termine.