Il reggiseno moderno così come lo conosciamo oggi fu brevettato il 12 febbraio 1914 dall’americana Mary Phelps Jacob, conosciuta anche come Caresse Crosby. La sua invenzione nacque per necessità. Insoddisfatta del corsetto rigido sotto un abito da sera, cucì insieme due fazzoletti legati con un nastro rosa, creando un supporto leggero e flessibile. Questo prototipo riscosse grande successo tra le sue amiche dell’alta società e la spinse a brevettarlo con il nome di “brassiere”.

Si chiuse così una lunga storia che affonda le sue radici in epoche lontane. Già nell’antica Roma, infatti, si usava lo strophium, una fascia che avvolgeva il petto. Nel Medioevo e nel Rinascimento, il corsetto divenne l’indumento principale per modellare il corpo femminile, sebbene fosse rigido e scomodo. Fu solo alla fine del XIX secolo che si iniziarono a vedere le prime versioni di quello che oggi chiamiamo reggiseno.
Nel 1869, la francese Herminie Cadolle rivoluzionò l’intimo femminile dividendo il corsetto in due parti: una superiore che sosteneva il seno e una inferiore che modellava la vita. Il suo “corselet gorge” segnò un importante passo avanti, tanto che nel 1905 iniziò a vendere separatamente la parte superiore, chiamandola “soutien-gorge”, termine ancora oggi in uso in Francia per indicare il reggiseno. Cadolle, peraltro, è ancora un brand di biancheria intima molto noto.
Poi, la creazione di Mary Phelps che conobbe un grande successo anche grazie alla Prima Guerra Mondiale. Le donne iniziarono a lavorare nelle fabbriche e nei settori industriali, dove i corsetti risultavano ingombranti e poco pratici. Inoltre, il governo americano incoraggiò l’abbandono del corsetto per risparmiare acciaio, destinato alla produzione bellica. Questo cambiamento favorì la diffusione del reggiseno, che divenne rapidamente l’alternativa principale.
Con il passare del tempo il reggiseno acquistò una maggiore identità. Fondamentale, in tal senso, l’introduzione negli anni ’30 della misura delle coppe, ovvero della grandezza dei seni che, unita alla misura del sotto seno, dà la taglia del reggiseno. Cambiarono anche i tessuti col passaggio dalla seta al nylon che rese la biancheria intima più accessibile. Gli anni ’40 e ’50 videro l’ascesa del “bullet bra”, caratterizzato da coppe coniche esaltate dalle dive di Hollywood.
Nel 1964, il Wonderbra rivoluzionò ulteriormente l’intimo femminile, creando un effetto push-up che enfatizzava le forme. Infine, nel 1977, nacque il reggiseno sportivo, progettato per garantire supporto e comfort durante l’attività fisica. In quegli anni le femministe di tutto il mondo bruciavano i reggiseni, simbolo di costrizione e di imposizione. Oggi la storia è diversa.