Il 1938 è una delle date fondamentali per la moda femminile. In quell’anno, infatti, vengono lanciate le calze di nylon, un piccolo e insignificante indumento capace d’innescare una vera e propria rivoluzione nel costume. La nuova fibra sintetica, leggera e residente al tempo stesso, offre un’alternativa più economica e pratica alle calze di seta, troppo care e delicate. In questo modo, dunque, la moda diventa accessibile e le calze si trasformano rapidamente un simbolo di modernità e progresso, rappresentando lo spirito innovativo e dinamico dell’epoca.
Una dimostrazione pratica di questo ruolo innovativo all’interno del costume è rappresentato soprattutto dal successo ottenuto nel primo anno di commercializzazione. Negli Stati Uniti, infatti, vengono vendute ben oltre 64 milioni di paia. Le donne, attratte dalla loro praticità e dall’aspetto elegante, le adottarono immediatamente, trasformandole in un accessorio indispensabile del proprio guardaroba.
Le calze, poi, si ritrovano involontariamente al centro della narrazione bellica del secondo conflitto mondiale. Per sostenere la guerra, infatti, la produzione di nylon viene interrotta. Per questo motivo, dunque, si crea un vero e proprio mercato nero cui accorrono tutte le donne nel tentativo di coprire le loro gambe nude. Oltre a questo, poi, diventano una delle innovazioni che le truppe americane portano durante la loro avanzata di liberazione insieme alle tavolette di cioccolata.
Una volta terminato il conflitto, però, la produzione di nylon riprende senza nessun tipo di problemi ampliando ancora dei più l’impegno economico. Non è un caso che negli anni Cinquanta si approdi ad un’altra innovazione: i collant. Più comodi e versatili delle calze tradizionali, si affermano rapidamente come l’indumento intimo per eccellenza che, ad oggi, non ha minimamente perso fascino e potenziale.