Tupperware, l’azienda americana che ha costruito la sua fortuna sui contenitori in plastica per il cibo, ha dichiarato fallimento, avviando le procedure di bancarotta controllata. Una scelta legata, fanno sapere dalla multinazionale, al difficile contesto economico degli ultimi anni. La motivazione principale che ha portato al fallimento è il boom dei delivery. In sostanza, dopo la pandemia, le persone tendono a cucinare meno, scegliendo di sfruttare la consegna di cibo a domicilio. O semplicemente mangiando fuori ogni giorno. Un piccolo grande cambiamento sociale che ha avuto come conseguenza diretta la mancata esigenza di conservare gli avanzi. Quindi, di acquistare contenitori Tupperware, nati per preservare a lungo i pasti preparati in casa.
Sono numeri poco rassicuranti quelli resi noti nei documenti depositati presso la Corte fallimentare degli Stati Uniti per il Distretto del Delaware. Si parla di passività stimate tra uno e 10 miliardi di dollari, con un numero di creditori compreso tra 50.001 e 100.000, secondo l’agenzia Reuters.
Nel 2017 l’azienda contava ancora oltre due miliardi e mezzo di dollari di guadagni. Poi, l’inizio della china discendente anche legata alla terribile pandemia. Che tuttavia, aiutò in qualche modo l’azienda a non crollare del tutto, visto l’obbligo di permanenza a casa per la popolazione e, di conseguenza, di cucinare e conservare i pasti.
Solo un fuoco di paglia. Con la fine dell’emergenza sanitaria, le persone hanno ripreso a uscire, a usare i servizi di delivery e a cucinare meno. Con le vendite in calo e l’incapacità a rinnovare un modello di business vecchio, basato essenzialmente sulle presentazioni a domicilio, Tupperware è pronta a chiudere i battenti.