La celebre espressione “una mela al giorno toglie il medico di torno” affonda le sue radici in un proverbio gallese del 1866: “Eat an apple on going to bed and you’ll keep the doctor from earning his bread” (ovvero, Mangia una mela prima di andare a letto e impedirai al dottore di guadagnarsi il pane). Ma questa massima popolare ha davvero un fondamento scientifico?
Le mele contengono una serie di nutrienti e composti bioattivi che le rendono particolarmente interessanti per la salute. Tra questi spiccano i flavanoli, noti per il loro effetto positivo sul peso corporeo e sul rischio cardiovascolare, e diversi polifenoli come le antocianine, che conferiscono il colore rosso alla buccia e sono associati a un miglioramento della salute cardiaca. Un altro polifenolo, florizina, aiuta a regolare i livelli di glucosio nel sangue.
Molto importante anche il contenuto di fibre, in particolare la pectina, che riduce il livello di colesterolo LDL (quello “cattivo”) e limita l’assorbimento di zuccheri e grassi, stabilizzando la glicemia. Proprio grazie a questi elementi, un’analisi del 2017 ha rilevato che mangiare mele regolarmente è associato a una riduzione del 18% del rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Un’altra revisione sistematica del 2022, basata su 18 studi, ha evidenziato un calo del colesterolo nei soggetti che hanno consumato mele o derivati (come succo o purea) per almeno una settimana.

Tuttavia, se ci si chiede se mangiare una mela al giorno riduca davvero le visite dal medico, la risposta è meno netta (com’è logico che sia). Uno studio del 2015 su circa 9.000 persone ha mostrato che chi mangiava regolarmente mele aveva una salute generale migliore, ma non visitava meno spesso il medico rispetto agli altri. In compenso, aveva meno probabilità di fare uso di farmaci da prescrizione, suggerendo un minor rischio di patologie croniche.
Un’altra indagine ha rilevato che consumare due mele al giorno per otto settimane può portare a una riduzione clinicamente significativa del colesterolo. E uno studio condotto su donne in sovrappeso ha dimostrato che tre mele al giorno favoriscono la perdita di peso e migliorano il controllo glicemico.
È importante sottolineare che gran parte dei polifenoli si concentra nella buccia, quindi sbucciare le mele riduce il loro potenziale benefico (va lavata accuratamente prima di mangiarla). Inoltre, le varietà antiche, come la Pom Prussian studiata in Italia, contengono una quantità maggiore di composti attivi rispetto a quelle moderne, più dolci ma meno ricche di fitocomposti a causa delle selezioni agronomiche mirate ad aspetto e gusto.
Infine, benché le mele non siano tra i frutti con il più alto contenuto di vitamina C, possiedono una potente azione antiossidante: alcuni studi le collocano al secondo posto per capacità antiossidante tra tutti i frutti, grazie a un ricco mix di sostanze protettive contro infiammazione, danni cellulari e malattie croniche.