Il 4 Giugno 1990 approda sul piccolo schermo italiano una delle soap opera più longeve di sempre: Beautiful. La CBS la trasmette negli States nel 1987 con il titolo The Bold and The Beautiful, mentre in Italia va in onda su Rai 2. La scelta della data fu molto azzardata (dato che coincideva con l’inizio dei Mondiali di calcio Italia ’90) ma il successo non si fece attendere. Beautiful conquistò ben presto il cuore degli italiani, tenendo incollati allo schermo circa 6 milioni di spettatori al giorno. Un successo molto più grande rispetto a quello ottenuto in patria dallo show.
I creatori, i coniugi Bell, volevano creare una serie che avesse un background glamour e patinato, come quello dell’alta moda di Los Angeles. Il loro obiettivo era quello di esplorare le vite intricate e tempestose di una famiglia ricca e potente, i Forrester, guidati da Ridge (e dalle sue mogli), intrecciando storie d’amore, tradimenti e vendette. Il pubblico italiano rimase subito affascinato dal mondo sfarzoso, dagli abiti da sogno, dalle auto di lusso e dai volti affascinanti degli attori.

Dopo il successo con la Rai i diritti vennero acquistati da Fininvest (oggi Mediaset) e gli spettatori non fecero altro che cambiare canale. La messa in onda della soap è diventata, nel corso dei decenni, un appuntamento quotidiano quasi irrinunciabile (soprattutto tra casalinghe, studenti e anziani). Sono molte le generazioni che sono state ammaliate dalla serie, nonostante la ripetitività tipica delle soap, le trame complesse, i triangoli amorosi complessi e i vari tradimenti.
Il successo di Beautiful deriva anche dalla capacità di affrontare temi sociali rilevanti, pur mantenendo un’atmosfera da favola moderna. Puntata dopo puntata, sono stati affrontati temi critici (spesso anche in anticipo rispetto alle altre produzioni). Tra i tanti abbiamo il tema delle malattie gravi, come il cancro con la chemioterapia, la perdita dei capelli, l’impatto psicologico e le decisioni in fin di vita. Il tema della dipendenze (alcolismo e abuso di farmaci) e i problemi di salute mentale, come la depressione, l’ansia o disturbi ossessivi e borderline. Inoltre, rimane una delle prime produzioni ad aver affrontato i diritti LGBTQ+, il transgenderismo, la maternità surrogata, gli abusi e la violenza domestica.
Ancora oggi, nonostante un leggero calo, riesce a mantenere una nicchia di pubblico molto fedele. Per molti è diventata un vero e proprio rituale: che sia durante la pausa pranzo o nel primo pomeriggio, la sua presenza offre un momento di relax e intrattenimento prevedibile. Questo senso di routine e di continuità ha consolidato nel tempo la fedeltà dello spettatore in cerca di evasione, emozioni forti e colpi di scena imprevedibili (non dimentichiamoci le morti con resurrezioni annesse). Ad oggi i fan possono dormire ancora sonni tranquilli, la produzione non ha ancora intenzione di mettere la parola fine.
Anzi, di recente il cast è sbarcato a Napoli per girare dei nuovi episodi all’ombra dei faraglioni di Capri.
Il legame tra Beautiful e l’Italia durerà molto di più di un matrimonio di Ridge Forrester.