Valeria Bruni Tedeschi, regista ed attrice nota al grande pubblico, è anche la sorella di Carla Bruni con la quale, però, non sembra avere un rapporto particolarmente armonioso. Nata a Torino nel 1965, a soli nove anni si traferisce a Parigi a causa della situazione sociale e politica potenzialmente pericolosa dell’Italia. La famiglia di Valeria, infatti, è particolarmente facoltosa ed i suoi genitori Marisa Borini e Alberto Bruni Tedeschi hanno timore di rapimenti o ritorsioni da parte di movimenti diversi. Ha due figli adottivi, Oumy, adottata con l’ex compagno Louis Garrel, e Noè, che ha adottato da single, e oggi si dice felice di non avere figli suoi biologici.
I suoi genitori “non erano convenzionali” spiegò lei al Corriere: “mio padre era un industriale che ogni mattina scriveva la sua musica: sapeva di dover portare avanti un’azienda, ma si è sempre imposto di non far morire la sua vena artistica, mia madre invece era una pianista, una creativa, una donna che dice di sì: “mamma faresti l’attrice? mamma faresti la regista? E lei che ti risponde sempre di sì. Un modello di libertà e di positività”
Riguardo sua sorella Carla la questione è un po’ complessa. Carla infatti non è figlia biologica di Alberto Bruni Tedeschi, ma dell’imprenditore Maurizio Remmert, con il quale la madre di Carla ebbe una relazione extraconiugale. Alberto tuttavia, “ha accettato questa bambina come fosse sua” – ha spiegato la madre di Carla e Valeria – “e ha tenuto il segreto, fino a quando in punto di morte ha sentito il dovere di rivelarglielo”
Grazie alla Francia, paese in cui è cresciuta, Valeria deve la sua preparazione artistica. Non è un caso, dunque, che la sua carriera vive un momento di grande ascesa proprio in Francia a ridosso degli anni 2000. Tra i titoli che l’hanno posta all’attenzione del pubblico e della critica ci sono CinquePerDue – Frammenti di vita amorosa di François Ozon, La Regina Margot, Mon homme, Les menteurs ed E’ più facile per un cammello, film dal cuore autobiografico con il quale vince l Premio Louis-Delluc come migliore opera prima.
E proprio riguardo ai film autobiografici, la sorella Carla ha avuto qualcosa da ridire in occasione di un’intervista a Belve: “Mi sento usata, non rappresentata. Lei fa solo film ispirati alla mia famiglia… mi sono vista come un’ubriacona. Questa è una mia grande fragilità, perché esporla così?”
Molto, però, deve anche al cinema italiano che nel 1989 la vede protagonista di Storia di ragazzi e di ragazze, per la regia di Pupi Avati. I successi più grandi, però, arrivano grazie ad un certo connubio con il regista Paolo Virzì. Sotto la sua guida, infatti, Valeria Bruni Tedeschi recita ne Il capitale umano e La pazza gioia. Entrambi le regalano la soddisfazione di due David di Donatello come Miglior attrice protagonista. Nello specifico il terzo ed il quarto della sua carriera.