Vittoria Schisano è una di quelle persona che può dire di essere nata due volte. La prima l’11 novembre 1977 a Pomigliano d’Arco con il nome di Giuseppe. La seconda, invece, nel 2012, quando debutta al cinema nel film Tutto tutto niente niente proprio con il nome di Vittoria. Da quel momento, considerando anche il percorso di transizione intrapreso, questa è la sua unica e sola identità.
La stessa con la quale ottiene il primo ruolo importante un anno dopo nel dramma biografico La vita oscena. Dopo questa esperienza, però, l’attrice decide di prendersi un momento di pausa e, lasciatasi alle spalle la luce dei riflettori, si ritira per scrivere l’autobiografia intitolata La Vittoria che nessuno sa.
Quando viene pubblicata è il 2017 e, nello stesso anno, decide anche di tornare a recitare in Nove lune e mezza. Da quel momento non abbandona più la ribalta entrando nel cast fisso del talk show Matrix Chiambretti e portando in scena lo spettacolo Femmina nella stagione teatrale 2018/2019.

A questo fanno seguito altri progetti come il film Nati due volte, la partecipazione a Ballando con le stelle e l’esperienza di Un posto al Sole. Per finire con un secondo romanzo, Siamo stelle che brillano, scritto insieme all’amico e press agent Alessio Piccirillo.
Un lungo percorso, dunque, iniziato nel 1998 dopo aver abbandonato la sua città natale per trasferirsi a Roma e studiare recitazione. Qui, infatti, ancor prima della sua transizione, ha iniziato a lavorare in teatro ed ha ottenuto il battesimo del piccolo schermo il ruolo di Damien Crescenzi nella serie tv di Rai 1, Mio figlio. Un personaggio che è tornata a vestire nel 2010 per lo spin off Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi.
Vittoria Schisano è stata la protagonista della miniserie di Netflix, diretta da Ivan Cotroneo, La vita che volevi. Schisano è una donna transgender, Gloria. La cui vita cambia quando scopre di essere padre biologico – e ora – madre di un ragazzo che ha 15 anni. Avuto dalla sua migliore amica Marina. Ha un compagno da 8 anni, Donato Scardi, che è un noto ristoratore e con il quale vive a Lecce. Il suo sogno è (anche) quello di sposarsi, prima però Scardi dovrà completare le pratiche per il divorzio.
Più di tutto, però, come raccontato in un’intervista al Corriere della Sera, vorrebbe avere ruoli da donna
“Giovanni Veronesi mi ha detto che sono sottovalutata e dovrei competere con le colleghe. Spero che il suo augurio si realizzi. Finora si pensa a me solo come transgender (per quanto nella serie sono vincente), e non come suora, poliziotta o coatta tossica. Oggi non abbiamo bisogno di ruoli macchiettistici, basta e avanza il circo in tv. Io sono alta 1 metro e 80, perché ci si deve focalizzare su quel pezzetto lì“.
Dell’operazione per il cambio di sesso, avvenuta nel 2014 dice di averla vissuta “in modo incosciente e ingenuo, pensando che mettesse equilibrio nella mia vita. Se potessi tornare indietro inizierei, prima della rettificazione degli organi, le cure ormonali“.
Un altro sogno? Sanremo. Dove la sua presenza avrebbe un ruolo diverso, “educativa rispetto alla tolleranza“.