Il finale de L’amica geniale 4, Storia della bambina perduta, chiude il cerchio su una delle storie di amicizia più intense e travagliate della letteratura (e della televisione). Elena, ormai anziana, riceve un pacco contenente le due bambole perdute da bambina. È il regalo d’addio di Lila. La misteriosa scomparsa di Tina, figlia di Lila, e il conseguente crollo psicologico di quest’ultima rappresentano il cuore della trama della tetralogia scritta da Elena Ferrante. Ma è nell’addio simbolico tra Lila ed Elena e nella loro riconciliazione, che si trova la chiave per comprendere la profondità della loro relazione e la fine di un’epoca.
La quarta stagione della serie Rai-HBO ruota attorno alla misteriosa scomparsa di Tina, figlia di Lila ed Enzo, che segna in modo irreparabile la vita della donna. La bambina svanisce senza lasciare traccia, forse vittima dei fratelli Solara (che respingono ogni addebito) o di un rapitore sconosciuto. Questa tragedia induce Lila in una spirale di follia, portandola a isolarsi da tutti, inclusa Elena. La distanza tra le due amiche diventa insanabile, complicata anche dalla morte per overdose del fratello di Lila, Rino, e dall’abbandono del compagno Enzo.
Elena, pur cercando di sostenerla, è impotente di fronte al dolore di Lila. La loro amicizia, un tempo solida, si frantuma sotto il peso di accuse reciproche e silenzi. Lila, che accusa Lenù della sparizione di Tina, si allontana definitivamente e abbandona persino Napoli. Mentre Elena prosegue la sua vita con l’unico conforto della scrittura. La donna torna a vivere a Torino con la figlia Imma ormai grande. Le altre due figlie, Elsa e Dede, che nel frattempo si innamorano entrambe del figlio di Lila Gennaro, si separeranno progressivamente da Elena. E si avvicineranno al padre.
Tra le altre storyline chiave c’è anche la morte violenta dei fratelli Solara, uccisi da uomini col volto coperto mentre vanno in chiesa. Alla loro dipartita si unisce quella di Alfonso Carracci, amante di Michele Solara e “clone” di Lila, assassinato per la sua omosessualità.
Nino Sarratore, ormai separato da Lenù, viene eletto al Parlamento e inizia una carriera che, tra alti e bassi, lo vedrà sempre cadere in piedi.
Il cuore del finale è tutto per Lila e Lenù. Anni dopo, Elena riceve un pacco contenente due bambole, le due che hanno dato origine alla storia e che entrambe credevano perse da bambine. Questo gesto rappresenta l’ultimo addio di Lila, un segno che forse ha trovato pace o accettazione. Elena capisce che non la rivedrà mai più, e inizia a scrivere la loro storia, chiudendo il cerchio su una delle amicizie più complesse e commoventi mai raccontate.