Era il 3 luglio 1969 quando Brian Jones, fondatore e primo leader dei Rolling Stones, viene trovato morto nella piscina della sua casa di campagna nel Sussex, in Inghilterra. Ha solo 27 anni, e la sua scomparsa precoce lo fece entrare nel tragico “Club 27”, accanto ad altri miti del rock come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e, anni dopo, Kurt Cobain e Amy Winehouse. Ma cosa è accaduto davvero quella notte? E perché la morte di Brian Jones è ancora oggi avvolta nel mistero?
Brian Jones era un talento musicale straordinario: multi-strumentista, visionario e raffinato ricercatore di sonorità. È lui che decide di fondare Rolling Stones nel 1962, scegliendo i membri della band e imprimendo un’impronta blues sofisticata al loro stile iniziale. Tuttavia, con il passare degli anni, il suo ruolo viene ridimensionato, la leadership passa a Mick Jagger e Keith Richards, mentre Jones si isola sempre di più, complici la dipendenza da droghe e problemi legali che lo portano anche all’arresto.

Nel giugno 1969, poche settimane prima della sua morte, poi, viene ufficialmente estromesso dal gruppo. I Rolling Stones annunciano che non è più in grado di affrontare i concerti e gli impegni promozionali. Pochi giorni dopo, nella notte tra il 2 e il 3 luglio, il musicista viene trovato senza vita sul fondo della piscina di Cotchford Farm, un’antica tenuta che un tempo era appartenuta ad A. A. Milne, autore di Winnie the Pooh.
La versione ufficiale è quella dell’annegamento accidentale sotto l’effetto di alcol e droghe. L’autopsia, d’altronde, conferma che Jones ne aveva assunto una quantità significativa e che il suo cuore era indebolito. La causa della morte, dunque, viene catalogata come “misadventure”, termine usato nel diritto britannico per indicare una morte accidentale causata da comportamento rischioso.
Tuttavia, già dai primi giorni circolano dubbi e teorie alternative. Nella villa, infatti, erano presenti almeno tre persone: la fidanzata Anna Wohlin, l’amico Frank Thorogood e Janet Lawson. Secondo alcune ricostruzioni, poi, ci sarebbero state tensioni tra Jones e Thorogood per questioni economiche. E nel corso degli anni, sarebbero emerse dichiarazioni, mai confermate ufficialmente, secondo cui Thorogood avrebbe confessato l’omicidio in punto di morte nel 1993. Ma le indagini non sono mai state riaperte in modo definitivo, nonostante una revisione parziale nel 2009 da parte della polizia del Sussex, in cui si conclude di non avere prove sufficienti per modificare il verdetto.