Il mondo del rock pullula di storie, più o meno accertate, rese ancora più interessanti da misteriose coincidenze. Nonostante questo, però, il Club 27 rappresenta una delle leggende più conosciute e inquietanti. Con questo nome, infatti, si fa riferimento ai grandi protagonisti del rock e della musica in genere, scomparsi tutti prematuramente a 27 anni e al culmine delle loro carriere.
A questo particolare, poi, si aggiunge anche la comunanza delle cause. Quasi sempre, infatti, si tratta di morti dovute a tragici incidenti o al consumo eccessivo di alcol e stupefacenti. Qualcuno, poi, nel tempo ha alimentato il mistero alimentando la storia (falsa) di un accendino bianco della BIC, presente sul luogo del misfatto.
Ma com’è iniziata la leggenda del Club 27? Tutto sembra risalire al 1969. Nello specifico al 3 luglio, giorno in cui viene ritrovato sul fondo della piscina della sua casa nel Sussex il corpo di Brian Jones, polistrumentista dei Rolling Stones.
Esattamente due anni dopo, invece, è Jim Morrison, frontman dei Doors, ad essere trovato senza vita nella vasca da bagno. Entrambi avevano 27 anni e, ancora oggi, vengono considerati , insieme a Jimi Hendrix, i capostipiti di questo gruppo.
Il termine, però, prese piede nel 1994 dopo il suicidio di Kurt Cobain per poi tornare in auge con la morte di Amy Winehouse, di cui domani uscirà il biopic, Back to Black, interpretato da Marisa Abela. Ecco la lista di tutti gli artisti che ne fanno parte.
- Brian Jones – Cofondatore dei Rolling Stones – Annegato in piscina
- Alan Wilson – Leader cantautore dei Canned Heat – Suicidio con overdose di barbiturici
- Jimi Hendrix – Chitarrista – Soffocamento da vomito, uso eccessivo di alcol e tranquillanti.
- Janis Joplin – Cantante Blues – Overdose di eroina e altre droghe
- Jim Morrison – Leader dei The Doors – Dichiarato arresto cardiaco senza autopsia
- Linda Jones – Cantante di musica soul – Coma diabetico
- Ron Mc Keman – Fondatore tastierista dei Grateful Dead – Emorragia interna
- Dave Alexander – Bassista degli Stooges – Polmonite
- Peter Ham – Tastierista, chitarrista dei Badfingers – Suicidio tramite impiccagione
- Gary Thain – Bassista degli Uriah Heep – Overdose di eroina
- Helmut Kollen – Bassista dei Triumvirat – Avvelenamento da monossido di carbonio
- Chris Bell – Cantante compositore vocalist chitarrista dei Big Star – Incidente stradale
- Jacob Killer Miller – Cantante degli Inner Circle – Incidente stradale
- John Bonham – Batterista dei Led Zeppelin – Soffocamento
- Dennes Boon – Cantante, chitarrista e frontman dei Minutemen – Incidente stradale
- Mia Zapata – Vocalist dei The Gits – Omicidio
- Kurt Donald Cobain – Chitarrista, cantautore frontman dei Nirvana – Suicidio
- Kristen Pfaff – Bassista delle Hole – Overdose di eroina
- Eduard Starkov – Trombettista, cantante, paroliere dei Chimera – Suicidio
- Ukyo Kamimura – Batterista dei Malice Mizer – Aneurisma celebrale
- Sean P. Mc Cabe – Cantante degli Ink & Dagger – Asfissia da vomito
- Amy Jade Winehouse – Cantautrice Soul – Presunto abuso di alcol
- Nicole Bogner – Cantante dei Vision Atlantis – Malattia
Il Club 27, dunque, nel corso del tempo è stato considerato più del frutto di semplici casualità. Basti pensare che di questo “fenomeno” si è occupato anche la rivista scientifica British Medical Journal, che nel 2011 ha concluso uno studio dichiarando come non esista un aumento del rischio di morte per i musicisti a 27 anni.
Accanto a teorie più o meno sostenute da uno studio, però, il Club 27 non si è fatto mancare altre superstizione (tipo quella dell’accendino bianco). O idee complottiste. Secondo alcuni, infatti, potrebbero essere coinvolti addirittura i servizi segreti, la CIA o altri corpi speciali. Partendo da questo punto di vista, dunque, i membri del Club sarebbero stati in molti casi eliminati a causa della loro presunta influenza sovversiva sulle grandi masse di fan. Jimi Hendrix per esempio finanziava le Black Panthers, organizzazione rivoluzionaria afroamericana.
La realtà, però, potrebbe essere più semplice e molto meno misteriosa facendo capo, molto spesso, alle fragilità dei singoli protagonisti e, soprattutto, a un uso eccessivo di droghe.