Inutile girarci intorno: la serata dei duetti del Festival di Sanremo è la più amata e seguita. Ma quando nacque questo piccolo grande cambiamento che rivoluzionò la liturgia festivaliera? Il merito va dato a Paolo Bonolis e Gianmarco Mazzi. La formula, che assumerà diverse connotazioni, fu lanciata nel 2005. Bonolis, che all’epoca spopolava con Affari Tuoi, cambiò molte cose del festival assieme al Direttore Artistico Gianmarco Mazzi. Per esempio, divise i concorrenti in categorie e inventò una serata speciale il venerdì, alla vigilia della finale. In quell’edizione le e i cantanti venivano eliminati in corsa. Così, quelli rimasti in gara ebbero la possibilità di una versione riadattata del proprio brano (alcune più belle dell’arrangiamento originale). Tutto questo con uno o più ospiti. Lo show piacque e si replicò nel festival condotto da Giorgio Panariello.
Nel 2007, tra le esibizioni più belle, Pino Mango e sua moglie Laura Valente, genitori di Angelina, vincitrice del Festival 2024, cantarono Chissà se nevica, dedicando ai loro figli a casa un pensiero dolcissimo.
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Nel 2009 Paolo Bonolis estese anche ai giovani la possibilità di duettare con dei grandi mentori. Il duetto più bello? Quello di Arisa, vincitrice con Sincerità con il Maestro Lelio Luttazzi. Nel 2011, si decise di sostituire i duetti con una festa per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia. Le e i cantanti in gara si esibirono con un pezzo storico, da Mille lire al mese a O’ surdat’nnamorato.
Nel 2012, Gianni Morandi, insieme a Gianmarco Mazzi, spinse i concorrenti a portare in scena le canzoni italiane che hanno avuto successo nel mondo. La serata speciale assunse i connotati di vera e propria serata delle cover a partire dal 2015, prima era di Carlo Conti alla Direzione Artistica. Il quale agì sull’onda della “gestione” Fazio che, nel 2013 e nel 2014, propose alle e ai cantanti di esibirsi in un brano della storia del Festival e poi con una canzone d’autore italiana tout court. Conti, però, introdusse un premio ad hoc al migliore interprete.
Con l’arrivo di Claudio Baglioni la serata tornò alla forma dei duetti “classica”. Infine, con l’era di Amadeus, dal 2020, gli artisti presentarono un pezzo storico del Festival e successivamente una canzone d’autore. Dal 2022 si poteva scegliere anche un pezzo straniero degli anni ’50, ’60, ’70 e ’90. L’anno successivo la scelta si allargò anche agli anni 2000.