Bruce Springsteen, forse il più grande rocker vivente, è soprannominato The Boss perché, a quanto pare dagli studi di Andrew Delahunty, autore di molti libri sui soprannomi (sic.), nei primi anni di vita della E-Street band era solito distribuire la paga ai musicisti. Agendo da vero Boss. Sembra che il nickname fosse conosciuto solo all’interno del gruppo, ma un giorno, un reporter musicale ha sentito che lo chiamavano così ed è diventato ufficiale. Era il 1974 e la leggenda di Springsteen stava per diffondersi in tutto il mondo.
Springsteen che, a onor del vero, non ama molto questa definizione.
“Odio essere chiamato “Boss”. Lo faccio e basta. Lo ha sempre fatto dall’inizio. Odio i capi. Odio essere chiamato il capo. È iniziato tutto dalle persone che lavorano intorno a me, poi è passato alla radio e una volta che ciò è accaduto, tutti hanno detto “Ehi Boss!” e io ho detto “No. Bruce. BRUCE”. L’ho sempre odiato. Ho sempre odiato essere chiamato “Boss“.
Eppure, quando il 6 dicembre 2009 alla Casa Bianca, durante la cerimonia di assegnazione dei Kennedy Center Honors, l’allora presidente americano Barack Obama, lo ha chiamato così, Springsteen non ha potuto replicare, anzo.
“Finalmente onoriamo il ragazzo tranquillo del New Jersey, cresciuto per diventare il simbolo di una generazione. Perché nella nostra nazione solo una manciata di persone hanno usato il potere della musica per raccontare la vera storia americana. Con onestà, dal profondo del cuore. Uno di questi è Bruce Springsteen… Io sono il presidente, ma lui è il capo“.