Roberto Benigni sarà uno degli ospiti d’onore della quarta serata del Festival di Sanremo 2025. Lo ha annunciato a sorpresa un emozionato Carlo Conti spiegando come si tratti di un sogno che si avveri. E rimarcando di non sapere cosa farà. Del resto, è difficile capire in anticipo come possa esibirsi un artista che ha fatto dell’imprevedibilità la sua cifra stilistica. Ancora di più, su un palco particolare come quello dell’Ariston, dove Benigni debuttò, come conduttore, nel 1980. In un’edizione di culto. Ecco allora, un riassunto delle sue partecipazioni al Festival.
Come detto, nel 1980 scandalizzò il pubblico inscenando un bacio appassionato, in diretta televisiva, con la conduttrice Olimpia Carlisi, all’epoca sua fidanzata. Nella stessa edizione, pronunciò l’epiteto “Wojtylaccio” per apostrofare bonariamente il nuovo pontefice, Papa Giovanni Paolo II. Dirà poi:
“Mi fecero un processo e un milione di multa, ma poi quando il Papa vide che La vita è bella aveva vinto l’Oscar, volle vedere il film con me. Mi ricordo che partii da Los Angeles e mi ritrovai in Vaticano con una quarantina di suore polacche e qualche cardinale, sinché arrivo lui come un imperatore. A fine proiezione mi disse che il film lo aveva fatto piangere e più tardi mi scrisse se ero disposto a leggere il 33° canto della Divina Commedia“.
Fresco di Oscar, appunto, Benigni tornò a Sanremo nel 2002 voluto da Pippo Baudo. Che fu palpeggiato dal comico toscano che ne ha magnificato le “grandi doti”. Provò anche a insinuarsi sotto le gonne di Manuela Arcuri. Rilesse anche in chiave politica il Giudizio Universale.
Nel 2009, il suo monologo schernì il nemico di sempre Silvio Berlusconi e la cantante in gara Iva Zanicchi. In risposta alla canzone di Povia in gara al Festival, che parlava di una guarigione dall’omosessualità, (Luca era gay), il comico recitò a memoria una lettera scritta da Oscar Wilde al suo compagno, durante la prigionia seguita alla condanna per sodomia.
Nel 2011, anniversario del 150º anniversario dell’Unità d’Italia, Benigni entrò in scena su un cavallo bianco e intrattenne il pubblico per più di 50 minuti narrando la storia dell’Unità d’Italia, nel tripudio generale.
Nel 2020, primo anno di Amadeus alla conduzione, Benigni recitò il Cantico dei Cantici. Infine, nel 2023, davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (prima volta al Festival), il toscano aprì la prima serata con un monologo sulla Costituzione italiana e sull’articolo 21, che parla della libertà di pensiero ed espressione.