Novak Djokovic non è soltanto uno dei più grandi tennisti della storia. È anche una figura complessa, carismatica e controversa. Il serbo, nato a Belgrado il 22 maggio 1987, ha riscritto record su record, imponendosi come l’unico giocatore ad aver vinto almeno tre volte ciascuno dei quattro tornei del Grande Slam con più di 24 titoli all’attivo.
La sua carriera inizia presto, in un Paese segnato dalla guerra e dalle difficoltà economiche. Sin da bambino, mostra un talento straordinario e una determinazione feroce. A soli 12 anni, dunque, si trasferisce in Germania per allenarsi a livello professionistico. Il salto nel circuito ATP avviene nel 2003, ma è nel 2008, con la vittoria agli Australian Open, che inizia la sua scalata verso l’élite del tennis mondiale.

A renderlo unico dal punto di vista atletico sono alcune caratteristiche specifiche come la straordinaria resistenza fisica che gli garantisce un gioco da fondo campo quasi impeccabile. A renderlo un campione inattaccabile, poi, è anche una mentalità competitiva fuori dal comune. La stessa che gli ha permesso più volte di ribaltare situazioni disperate battendo avversari leggendari come Roger Federer e Rafael Nadal, con i quali ha dato vita alla cosiddetta Big Three era.
Ma la storia di Djokovic non è solo fatta di vittorie e trofei. Il serbo ha spesso fatto parlare di sé anche fuori dal campo, e non sempre per motivi sportivi. La sua posizione contraria alla vaccinazione anti-Covid, per esempio, ha sollevato polemiche in tutto il mondo. Nel 2022, in particolare, è stato espulso dall’Australia dopo una lunga battaglia legale legata al suo status vaccinale, che gli ha impedito di partecipare all’edizione di quell’anno. L’episodio ha diviso l’opinione pubblica: c’è chi lo ha sostenuto come simbolo di libertà personale e chi lo ha criticato per l’inflessibilità e l’ostinazione.
Questa, però, non è stata l’unica controversia. Nel 2020, in piena pandemia, ha organizzato l’Adria Tour, un torneo esibizione nei Balcani che ha provocato diversi contagi da Covid tra i partecipanti, incluso lui stesso. L’iniziativa è stata ampiamente criticata per la scarsa attenzione alle misure sanitarie.
Oltre a questo Djokovic è noto per il suo approccio non convenzionale alla salute e al benessere: segue una dieta rigidamente priva di glutine, quasi del tutto plant-based, si interessa di spiritualità, meditazione, bioenergetica e ha dichiarato di credere nel potere dell’acqua “memorizzata”, concetti che hanno suscitato curiosità e scetticismo tra scienziati e tifosi.
Sposato con Jelena Ristić, ha due figli, Stefan e Tara, quest’ultima protagonista a Wimbledon della danza della vittoria, ballata col papà.
In Serbia è considerato un eroe nazionale, un simbolo di riscatto per un’intera generazione cresciuta durante i conflitti balcanici. E nel mondo del tennis è difficile negare che, con il suo stile unico e la sua longevità atletica, Novak Djokovic ha ridefinito cosa significhi essere un campione.