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Home » Sport » Chi sono i figli di Gigi Riva, Nicola e Mauro, che lo hanno “salvato”

Chi sono i figli di Gigi Riva, Nicola e Mauro, che lo hanno “salvato”

Scopriamo insieme qualcosa di più su Nicola e Mauro Riva, figli di Gigi Riva e Gianna Tofanari: i due hanno dato al campione cinque nipoti.
Simone FrigerioDi Simone Frigerio23 Gennaio 2024
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Gigi Riva
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Gigi Riva, dalla compagna Gianna Tofanari, ha avuto due figli, Nicola e Mauro; il primogenito ha sempre lavorato a stretto contatto con il padre, curandone per anni le pubbliche relazioni, oltre a essere stato per qualche tempo nel CDA del Cagliari Calcio; Mauro, riservato come il padre, non ha mai lasciato una forte impronta pubblica; entrambi hanno a loro volta avuto dei figli, rendendo il campione nonno per ben cinque volte; Nicola è infatti padre di Virginia, Ilaria e Sofia, mentre Mauro ha dato alla luce Gaia e Cecilia.

Un rapporto, quello con figli e nipoti, che ha aiutato Riva a superare momenti personali molto difficili, arrivati a ridosso della conclusione della carriera agonistica, come raccontato da lui stesso in un’intervista recente: “Per fortuna, nel momento peggiore, mi hanno salvato i figli: prima è nato Nicola, poi Mauro, e la vita è tornata ad avere un senso; Grazie a loro quella brutta parola che ho scritto una sola volta, e non voglio ripetere, è stata superata [Riva si riferisce alla depressione, ndr].

Un sostegno non solo psicologico, ma anche pratico. In un’intervista del 2022 al Corriere della Sera, infatti, Riva, che in carriera ha subito due gravissimi infortuni, ricorda così la premura mostrata dai figli, in un modo davvero particolare, attraverso dei cartelli: “Sono appesi per casa, mi dicono di bere e camminare e loro, quando ci vediamo, mi dicono: ‘vai fuori sul terrazzo e cammina’. Per fortuna è bello grande e così passano i vecchi ricordi, tipo fratture o distorsioni“.

Mauro e Nicola Riva (a destra)
Mauro e Nicola Riva (a destra)

Dal canto suo, Nicola Riva ha parlato del rapporto col padre in una lunga intervista con Varese Noi, raccontando anche alcuni stralci dell’infanzia vissuta all’ombra di un così grande nome: “Sono sempre stato timido e riservato. Ogni volta che mi chiamava per cognome era subito evidente che fossi il figlio di Gigi Riva, pertanto mi sentivo gli occhi puntati. Mi piaceva tantissimo e tuttora con alcuni amici gioco a calcetto settimanalmente. Allora però sentivo la pressione, i paragoni. Papà non si è mai intromesso, per evitare che fossi un raccomandato: come da suo carattere ha insegnato sia a me che a Mauro a farcela da soli e devo dire che ha avuto ragione“.

Questo nonostante una frequentazione decisamente poco assidua, dati i numerosi impegni di lavoro che tenevano spesso Gigi Riva lontano dalla Sardegna e la quotidianità vissuta con la loro mamma, Gianna Tofanari: “Per i suoi impegni ci vedevamo pochissimo. Siamo cresciuti con mamma. Come tutte le famiglie le scelte erano condivise con i genitori. Mamma era ed è il nostro punto di riferimento. Papà, quando rientrava dai viaggi di lavoro, si interessava della scuola e della nostra vita sociale. Alle elementari, quando era a Cagliari, veniva [a prendermi a scuola] ed era una festa per tutti i bambini: tutti correvano intorno alla sua SAAB. Per me invece non sempre era una festa, perché se la maestra raccontava qualche marachella poi come tutti i papà del mondo mi dava il rimbrotto.”

Nicola Riva

Nicola confessa anche di avere preso caratterialmente molto dal padre, ma non quanto suo fratello Mauro: “Io credo di essere un mix di mamma e papà, Mauro è molto riservato, di poche parole.
Devo dire che andare a ritirare premi per rappresentare papà spesso mi mette in agitazione, perché tramite i racconti di chi ha condiviso il suo percorso calcistico scopro sempre qualcosa di nuovo. Mi sento ancora con gli occhi addosso, ma ormai mi sono creato la mia personalità e sono contento di rappresentare papà“.

Il rapporto di Riva con le nipoti, peraltro, è sempre stato particolarmente affettuoso, come dichiara il campione all’interno del libro Mi chiamavano rombo di tuono: “Le bambine si chiamano Virginia, Ilaria, Sofia, Gaia e Cecilia: un nome più bello dell’altro. Quando arrivano è sempre una festa. Vedi questi sguardi, questi occhi, queste espressioni, e ti passa dentro tutta la tua vita. Non hanno soggezione di me. Io cerco di far loro capire che fanno parte della famiglia, sapendo che sei tu che ti devi adattare ai bambini, non viceversa. Cecilia, la più piccola, ha sei anni. Entra, mi dà un bacino, poi si arrampica al piano di sopra. È lei che decide i tempi e i modi, ha il carattere dei Riva che ha preso da suo padre Mauro, mentre Nicola somiglia più alla mamma.”

Riva con la nipote Virginia [Cagliaripad.it]
Riva con la nipote Virginia [Cagliaripad.it]
Una simbiosi confermata anche da Virginia, aspirante giornalista sportiva, che racconta così il rapporto speciale col nonno, sempre a VareseNoi: “Con nonno ho un rapporto particolare: quando ero piccola veniva tutte le sere a trovarmi a casa, portandomi ogni volta un regalo diverso. Ho avuto la fortuna di essere la prima nipote. Ora che sono qui mi manca il suo sguardo profondo e i suoi occhi che si illuminano quando sono con lui. Il nostro rapporto è di poche parole ma di intensi e profondi sguardi: percepisco dai suoi occhi il grande affetto che ha nel suo cuore“.

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