Il 9 luglio 1964 nasceva Gianluca Vialli, uno degli attaccanti più forti del nostro calcio, amato in patria e non solo, morto a 58 anni, il 6 gennaio 2023, a causa di un tumore al pancreas. Vialli ha raccontato fino alla fine la sua malattia, godendo anche del successo degli azzurri ai campionati europei di calcio del 2021 in Inghilterra, che ha seguito dalla panchina come capo delegazione. L’ultima intervista fu con Alessandro Cattelan per la serie di Netflix del 2022, Una semplice domanda, di cui l’ex calciatore di Sampdoria, Juventus e Chelsea è stato ospite.
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Una chiacchierata intensa e con zero retorica in cui Vialli ha toccato tanti temi, dal rapporto con le figlie, Sofia e Olivia, avute dalla moglie Cathryn White Cooper, allo sport.
“Io sono convinto che i nostri figli seguano il nostro esempio più che le nostre parole. Quindi credo di aver meno tempo visto che so che non morirò di vecchiaia. Cerco di essere sempre un esempio positivo. Ma mi sono reso conto che non c’è tempo“.
Come detto, Gianluca Vialli ha vissuto gli ultimi anni della sua vita con la consapevolezza della sua morte. Ma questo se possibile gli ha dato più forza.
“Se per esempio muori all’improvviso di notte, tante cose rimangono incompiute. Oggi so che ho il dovere di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie perché non so quanto vivrò. Quindi ti dà questa opportunità di scrivere le lettere, di sistemare le cose“.
Sulla malattia ha raccontato di non considerarla come una battaglia, rompendo lo stereotipo del malato di cancro come guerriero:
“La malattia non è esclusivamente sofferenza. Ci sono dei momenti bellissimi. La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, ti può spingere anche più in là rispetto al modo anche superficiale in cui viviamo la nostra vita. La considero anche un’opportunità. Non ti dico che arrivo fino a essere grato nei confronti del cancro, però non la considero una battaglia“.
Infine, un messaggio che davvero può essere prezioso per tutte e tutti noi:
“Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo. Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico: ho paura di morire“.