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Home » Sport » Perché Eugenio Abbattista si è dimesso da arbitro: “Una scelta sensata”

Perché Eugenio Abbattista si è dimesso da arbitro: “Una scelta sensata”

Ecco perché l'ex arbitro Eugenio Abbattista ha deciso di dimettersi, in seguito ad un servizio de Le Iene.
Matteo FantozziDi Matteo Fantozzi19 Marzo 2024
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Eugenio Abbattista
L'ex arbitro Eugenio Abbattista
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Eugenio Abbattista si è dimesso da arbitro, in seguito al dossier de Le Iene Show sul mondo dei direttori di gara nel calcio. Specializzato in Var, negli ultimi anni il fischietto di Molfetta, 41 anni, era stato al centro delle voci di voti truccati all’interno dell’AIA, l’associazione italiana arbitri, cosa che gli aveva permesso di rimanere in Serie A. Abbattista ha comunicato le sue dimissioni a marzo 2024, dopo 24 anni di carriera, 11 dei quali all’interno della CAN, la Commissione Arbitri Nazionale.

Tra le cose che anche i più appassionati di calcio non sapevano, prima del servizio lanciato da Italia 1, c’è il fatto che gli arbitri tra di loro subiscono delle votazioni che ne determinano il proseguo della carriera. Il 2 marzo 2024 Abbattista aveva chiesto di parlare, ma l’Aia non gli aveva dato ascolto. Questo ha portato il Var a decidere di abbandonare il mondo del calcio.

Eugenio Abbattista in campo
L’arbitro Eugenio Abbattista in campo – fonte: Sportmediaset

Nella sua lettera di addio Eugenio Abbattista chiarisce anche i motivi delle sue dimissioni “Non è una protesta la mia, tutt’altro. È una necessità personale e di amor proprio. Le mie dimissioni dall’Aia, appena rassegnate, ahimè nell’associazione attuale stuprata da mestieranti della poltrona e del voto, servono quelle per essere veramente liberi di essere se stessi e di esprimersi. Non avrò bisogno di felpa, cappuccio e faccia annerita per parlare come ha pensato di fare qualcun altro”, ha concluso, riferendosi ad un altro arbitro che ha deciso di parlare col volto oscurato proprio a Le Iene.

Un altro passaggio delle sue dimissioni, consegnate alla chat dei colleghi, recita: “Scendere da un treno in corsa è rischioso. Scendere da un treno impantanato nel puzzo del pregiudizio, del vittimismo, dell’ingrata non memoria storica è la scelta più sensata che potessi fare. Lo faccio come ho fatto per il terreno di gioco, ringraziando per il dono e l’opportunità. Ora la mia priorità è difendere la mia immagine professionale e manageriale, la mia famiglia e dare un insegnamento ai miei figli, che se hai la coscienza pulita sei sempre libero delle tue azioni e deliberazioni”

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