Federica Brignone, 34 anni, freschissima vincitrice dell’oro mondiale nello Slalom Gigante al Mondiale di Saalbach (Austria) ha firmato un’impresa che non vedevamo dai tempi di Deborah Compagnoni. Una vittoria, quella dell’azzurra, portata a casa con un casco dove compare una tigre dallo sguardo fiero. Una scelta che ha molteplici significati, primo fra tutti, l’amore viscerale per i felini. Ma anche il desiderio di essere subito riconoscibile. In un’intervista Brignone ha raccontato:
“È quasi un’opera d’arte e poi vedendolo sai che sono io, no? A me piacciono i bei disegni, mi piacciono i felini, sono degli animali bellissimi e questa tigre è veramente venuta bene. Puoi riconoscermi dalla sciata, ma questo casco ha reso l’idea che volevo. Sono innamorata di questo disegno“.
Non è un caso che il nickname che affettuosamente giornalisti e dirigenti federali le hanno regalato sia “Tigre di La Salle”, la cittadina aostana dov’è cresciuta. Il motivo è presto detto ed è il piglio combattivo che da sempre la contraddistingue.
Vincitrice di tre medaglie olimpiche e cinque iridate, una Coppa del Mondo generale e di tre di specialità, Brignone porta con sé questo casco customizzato a mano della Rossignol dai mondiali del 2023. E in effetti, le ha portato fortuna, portandola a un successo storico, conquistato con “gli occhi della tigre”. Ecco quanto ha raccontato a caldo ai microfoni della Rai:
“L’oro in gigante è qualcosa che sognavo da tutta la mia carriera, sono riuscita a stare tranquilla e calma. Avevo un bel vantaggio e un bel feeling ma non è mai scontato farlo nel momento giusto. Ai Mondiali sapevo che era tutto o niente, è l’occasione per andare a tutto gas. Però qualche pensiero l’avevo avuto. Già da stamattina mi sentivo bene. Fisicamente e mentalmente sto molto bene, bello arrivare a un grande evento ed essere così giusto. Ma adesso non ho ancora il tempo di godermela, lo farò più tardi“.