Tra Francia e Inghilterra, nel corso dei decenni, sono state sollevate diverse tematiche politiche e culturali su cui scontrarsi e confrontarsi più o meno bonariamente. Una di queste è, senza alcun dubbi, il tennis. A prescindere da chi ha inventato questo gioco, però, è indiscussa la superiorità e la mobilità di Wimbledon su tutte le altre prove del Grande Slam e, quindi, anche sul Roland Garros. Ma a cosa deve il torneo inglese la sua fama e la posizione di eccellenza?
Un torneo lungo tre secoli
L’ elemento essenziale da considerare è proprio l’età del torneo. Wimbledon, infatti, vanta ormai una longevità incredibile pari a tre secoli. La sua data di nascita infatti, è il 9 luglio 1877. In quella prima edizione si gioca sui campi dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club di Wimbledon nella capitale londinese con una durata di 10 giorni. La finale, dunque, viene disputata il 19 luglio fra Spencer Gore e William Marshall. Il primo trionfa per 3-0 con i punteggi di 6-1, 6-2 e 6-4, scrivendo il suo nome negli annali di un appuntamento destinato a porre le basi per il tennis moderno.
A dare eco a quanto accaduto quel giorno sul campo, di fronte ad un pubblico numeroso nonostante la pioggia, però, è stata soprattutto la stampa. Nello specifico il The Morning Post. Sulle sue pagine, infatti, la finale viene raccontata fin nei minimi particolari, portando il lettore all’interno dell’evento e del pathos della gara. In questo modo, dunque, l’informazione sportiva ha contribuito a creare il mito di Wimbledon, il torneo cui tutti vogliono assistere e dove i migliori campioni in classifica desiderano trionfare nonostante le insidie di una superficie veloce come l’erba.
Le donne e gli stranieri di Wimbledon
All’inizio Wimbledon è stato il tempio assoluto del tennis britannico. Con il passare del tempo, però, ha ceduto alla modernità permettendo ai primi campioni “stranieri” di prendere parte alla competizione. In realtà si trattava di tennisti provenienti dalle colonie britanniche come India, Australia e Canada. La loro presenza, dunque, segna l’edizione del 1914 come un giro di boa importante verso l’attuale organizzazione e gestione di Wimbledon. Ai primis stranieri di lingua inglese, infatti, piano piano si aggiungono anche francesi, americani e tedeschi.
Chi non deve attendere troppo per essere incluso nel torneo, però, sono le donne che, almeno in un’occasione, non devono fare anticamera. Queste, infatti, disputano il primo torneo femminile nel 1879. A vincere quell’edizione è Mary Langrishe. Ha soli 14 anni e, in qualche modo, apre le porte verso un futuro molto lontano in cui un Boris Becker appena diciassettenne, si aggiudica Wimbledon nel 1985.