A Stefanos Tsitsipas è capitata la cosa più assurda, durante un match ai Cincinnati Open. Sentiva il ronzio di un’ape che gli stava facendo perdere la concentrazione, e il rumore continuava, nonostante tentasse di scacciare l’insetto. Soltanto dopo ha scoperto che una signora dagli spalti imitava il verso dell’imenottero per infastidirlo e favorire l’avversario Ben Shelton.
“There’s a person imitating a bee behind me” 🐝
The most bee-zarre thing you’ll see today 😂#CincyTennis @steftsitsipas pic.twitter.com/t2W50fvo51
— Tennis TV (@TennisTV) August 16, 2023
Tutto si è verificato nell’ultimo incontro del tennista greco ai Cincinnati Open, il 6 agosto. Così Stefanos durante i primi servizi di battuta si è trovato a dover fronteggiare la paura di essere punto da un’ape. A un certo punto Tsitsipas ha perso la pazienza e si è recato direttamente al giudice di sedia per chiedergli cosa stesse accadendo, ma neanche lui ha saputo dargli una spiegazione. Fino a che Stefanos, avvicinandosi ai tifosi per lamentarsi dell’accaduto, non ha scoperto che c’era una signora che imitava appositamente il ronzio di un’ape per disorientarlo. La donna, sulla sessantina, con visiera e occhiali da sole, stava seduta imperturbabile, accanto ad un’altra donna.
Le parole del tennista sono quasi comiche: “Finora in carriera non mi era mai successa una cosa del genere. C’è una persona che sta imitando il ronzio di un’ape”. Tra la folla c’è chi fa la spia e indica la signora che stava emettendo il suono, per poi veder scoppiare l’ira del tennista che ne chiede l’allontanamento. Il giudice sembra ancora più spiazzato dello sportivo, che continua a lamentarsi della signora, ma gli assicura che la farà mandare via.
“C’è questo ronzio ogni volta che sto per servire, pensi che sia giusto?”
L’episodio legato a Stefanos Tsitsipas e l’ape è diventato virale sui social network, condiviso in tutto il mondo e protagonista di numerosi meme. Alla fine la signora è stata costretta a scusarsi col tennista, ma chissà che questo episodio non possa rivelarsi ancora una volta spunto per qualche altro “molestatore da stadio”.