Un video diffuso sui social palestinesi ha catturato un momento di gioia inaspettata nella Striscia di Gaza: decine di uomini, ragazzi e bambini trascinano a riva una grande rete traboccante di pesci. Una volta depositato il prezioso carico sulla sabbia, la folla si affanna per pulire e sistemare il pescato. Una scena che, nel contesto attuale, è un evento straordinario. “La Flotilla non è arrivata, ma ha tenuto occupato l’esercito israeliano. E grazie a questo possiamo di nuovo mangiare“, spiegano gli autori del filmato. Già, perché l’operazione militare lanciata dalla Marina israeliana contro la Global Sumud Flotilla ha temporaneamente allontanato le navi da guerra dalle acque costiere di Gaza, consentendo ai pescatori di lavorare senza il timore costante di attacchi.
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Secondo un report delle Nazioni Unite pubblicato a maggio 2025, gli operatori della pesca palestinese sono stati oggetto di attacchi sistematici intensificati dopo il 7 ottobre 2023. Questi attacchi hanno provocato il collasso di uno dei principali settori economici e alimentari della Striscia, contribuendo direttamente alla carestia che attanaglia la popolazione.
Il documento dell’Onu sottolinea come la distruzione delle infrastrutture legate alla produzione alimentare, dalla pesca ai terreni agricoli, rappresenti una strategia deliberata che potrebbe configurarsi come crimine di guerra. La politica di blocco, in atto da 18 anni, si è intensificata drammaticamente negli ultimi mesi, rendendo la fame uno strumento di pressione sulla popolazione civile.
I numeri raccontano una tragedia silenziosa: secondo Middle East Eye, a dicembre 2024 si contavano oltre 200 pescatori uccisi e circa 4.000 lavoratori rimasti senza impiego a causa della distruzione sistematica di imbarcazioni, infrastrutture portuali e impianti di trasformazione dei prodotti ittici. Il settore ittico, che prima rappresentava una risorsa vitale per l’economia locale e la sicurezza alimentare, è stato quasi completamente annientato.
Le immagini dei pescatori che tirano a riva le reti piene assumono quindi un significato che va oltre la semplice cronaca. Sarà anche una breve tregua, ma porta un minimo di speranza.



