Nel finale di Napoli Milionaria, ciascuno dei membri della famiglia di Gennaro Jovine capisce che deve dare una svolta alla propria esistenza, completamente deragliata durante la guerra e dopo la Liberazione. Amalia si rende conto, sbigottita, della sua pochezza morale nel momento in cui torna a casa dopo aver girato tutta Napoli per trovare una medicina che serve urgentemente per salvare la vita della figlia più piccola, Rita. Non è riuscita a trovare il farmaco e intuisce che nessuno voglia venderlo al contrabbando per poi alzare i prezzi, esattamente come faceva lei con le sigarette e generi alimentari. A portare la medicina ad Amalia, senza pretesa di avere qualcosa in cambio, è Riccardo Spasiano, il ragioniere che lei aveva mandato in rovina, senza farsi troppi scrupoli. Spasiano aveva quella medicina perché gli era servita tempo addietro per sua figlia e la cede ad Amalia, la quale è costretta a confrontarsi con quello che è diventata.
Allo stesso modo, anche il figlio di Gennaro e Amalia, Amedeo, decide spontanemente di non uscire quella sera. Una svolta che Gennaro accoglie positivamente, perché sapeva che suo figlio stava per andare a compiere un altro furto insieme ad un complice,Peppe ‘o Cricc, ed era stato informato che sarebbe stato arrestato dal brigadiere Ciappa, che lo teneva d’occhio da tempo. Al poliziotto che aveva provato ad avvisare Gennaro su quello a cui sarebbe andato incontro suo figlio, Gennaro aveva risposto che non sarebbe intervenuto per consigliare il ragazzo e che era giusto che l’agente facesse il suo dovere. Il mattino dopo il ragazzo si cercherà un lavoro onesto.
Per la famiglia Jovine, che durante la guerra ha vissuto dei proventi del contrabbando messo su da Amalia e nel dopoguerra si è ritrovata allo sfascio, con Gennaro disperso al fronte, la figlia Mariarosaria incinta di un soldato americano che poi la lascia, il figlio Amedeo che ruba ruote di auto in sosta e con Amalia sempre più coinvolta in traffici loschi, in combutta con Errico Settebellezze, suo corteggiatore e socio, è l’inizio di una rinascita, ma – come dice il personaggio interpretato da Eduardo “adda passà ‘a nuttata”, c’è ancora molta strada da fare prima di vedere davvero la luce.
Un percorso di ricostruzione molto faticoso che non riguarda solo gli Jovine, ma anche e soprattutto Eduardo infatti spiegò che lo spunto per la storia di Napoli Milionaria! gli arrivò nel periodo immediatamente successivo alla Liberazione, quando si affacciò dalla finestra di casa sua al Parco Grifeo e diede “uno sguardo al panorama della città martoriata” e decise di scrivere una commedia sulla guerra e sulle sue conseguenze.