Daniela Cella è la sorella maggiore di Nada Cella, la ragazza uccisa a Chiavari del 1996, in quello che è noto come il delitto di Via Marsala. Da quel momento, Daniela non ha mai smesso di chiedere giustizia per la sorella Nada, assassinata a soli 24 anni all’interno dello studio del commercialista Marco Soracco, per cui lavorava. Il padre di Daniela e Nada, Bruno, un falegname, è morto nel 1999 in un grave incidente, mentre la madre, Silvana Smaniotto, ex collaboratrice scolastica, aspetta anche lei giustizia. Oggi Daniela vive a Milano, ha due figli e di recente ha persoil marito Corrado, un ex corridore.
Al tempo il caso è stato chiuso frettolosamente archiviando anche la posizione dell’ex insegnante Annalucia Cecere, unica indagata. Nel 2021, però, sembra siano emersi dei nuovi elementi capaci di far riaprire l’attività processuale e di dare voce alle richieste di giustizia da parte di Daniela Cella.
Questa, infatti, non si è mai arresa alla perdita improvvisa della sorella e, soprattutto, alla mancanza di un colpevole. Per cercare di fare chiarezza è stata ospitata anche dal programma Chi l’ha visto, invitando chi sa a farsi finalmente avanti.
“Sono più di 25 anni che aspettiamo. Sono certa che qualcuno a Chiavari sappia molto di più di quello che ha detto: fatevi avanti. C’è una famiglia che vuole giustizia e che ha sofferto abbastanza. Lo pretende anche mio padre, altra vittima di quanto accaduto quel giorno in via Marsala”.
Alla morte di Nada, infatti, si aggiunge anche quella del padre Bruno Cella, tragicamente scomparso il 30 luglio 1999. L’uomo, dopo aver fatto visita alla tomba della figlia nel cimitero di Rezzoaglio, finisce in una scarpata con la sua macchina e rotola per oltre dieci metri morendo sul colpo.
Doppio dolore, dunque, per Daniela che, ad oggi spera ancora nella soluzione del caso ma, soprattutto, nella spiegazione degli errori fatti dal punto di vista investigativo e giudiziario fin dall’inizio.
“Voglio chiarezza e che qualcuno ci dica perchè sono state fatti errori”