Nell’aula della Corte d’Assise di Milano si è tenuta la prima udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello per l’uccisione della compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi. Durante la prima parte del procedimento penale Impagnatiello ha mantenuto il più assoluto silenzio mostrando un atteggiamento contrito. A suo carico, infatti c’è l’accusa di omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e dal vincolo affettivo, di occultamento di cadavere e procurata interruzione di gravidanza. Nella seconda parte, invece, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee evidenziando la sua volontà di chiedere scusa per l’azione commessa.
“Sono sconvolto e perso, quel giorno me ne sono andato anche io perché, anche se sono qui, non vuol dire che sono vivo. In un giorno ho distrutto la vita di Giulia e del figlio che aspettavamo. Sono stato disumano, di una disumanità incredibile, non so perché. Non chiedo che queste scuse vengano accettate perché sto sentendo ogni giorno quello che vuol dire perdere un figlio, non posso chiedere perdono. Sono completamente perso. L’unica cosa che io oggi faccio la sera è sperare di non svegliarmi più la mattina. Chiederò per sempre scusa a queste persone finché sarò qui”
Di fronte a queste parole i famigliari di Giulia presenti, il padre e la sorella Chiara, sono dovuti uscire in preda alle forti emozioni e, probabilmente, alla rabbia per quello che è accaduto e che poteva essere evitato. Papà Franco, d’altronde, aveva già evidenziato la sua intenzione di andare fino in fondo nelle diverse fasi processuali per ottenere giustizia.
“Non ci fermeremo davanti a niente e nessuno, finché non avremo giustizia. La nostra forza sono Giulia e Thiago. Loro ci daranno la forza, sempre e per sempre.”
Il caso di Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023 insieme al suo bambino mai nato dal barman Alessandro Impagnatiello, e che vide coinvolta un’altra ragazza, ex fidanzata dell’assassino, ha scosso l’opinione pubblica. Lo dimostra anche la presenza incredibile di spettatori e giornalisti alla prima udienza. Tutti loro, poi, sono stati fatti sgomberare per poi spostare il procedimento in un’aula più grande.