Anastasia, la figlia più piccola dello Zar Nicola II e della Zarina Alexandra, è stata, a sua insaputa. la protagonista di una vera e propria leggenda metropolitana durata quasi un secolo. Una vicenda che, in qualche modo, ha cercato di cambiare le pagine della Storia, regalando un finale più consolatorio. Dopo la rivoluzione bolscevica, infatti, tutta la famiglia imperiale dei Romanov viene imprigionata e successivamente trucidata notte tra il 16 e il 17 luglio del 1918.
Imprigionati nella casa di Ekaterinburg dopo l’abdicazione, tutti vengono fatti scendere nel sotterrano con la scusa di una foto di famiglia. Qui, però, troveranno un plotone con i fucili spianati , pronto ad ucciderli senza alcuna pietà per i figli dello zar. Secondo le cronache del tempo, dunque, la dinastia dei Romanov si estingue in quel luogo angusto. Ma siamo proprio sicuri che nessuno sia sopravvissuto? Negli anni successivi, infatti, si va creando la leggenda che vuole proprio Anastasia, la più piccola, miracolosamente viva anche se in condizioni precarie e con evidenti problemi di memoria. A dare adito a queste voci, in particolare, è la vicenda di Anna Anderson, al centro delle cronache per molto tempo e che ha diviso non poco l’opinione pubblica.
La storia di Anna
Originaria della Polonia e proveniente da una famiglia piuttosto umile, Anna, pseudonimo di Franziska Czenstkowski, conquista le cronache nel 1920. Quando, dopo essersi gettata da un ponte di Berlino, inizia a dichiarare di essere proprio Anastasia, l’ultima dei Romanov. A causa della caduta, la donna perde la memoria e viene rinchiusa in manicomio. È proprio in questo luogo che iniziano i suoi vaneggiamenti più o meno consapevoli. Dichiarazioni che non avrebbero lasciato il segno se la stampa dell’epoca non le avesse riprese per creare un caso che ha tenuto con il fiato sospeso per molti decenni.
A spaccarsi in due di fronte la possibilità della sopravvivenza della Granduchessa Anastasia è proprio la compagine nobile riuscita a fuggire in America ed in Europa prima delle ritorsioni bolsceviche. Altri, però, iniziano a darle credito. In modo particolare a confermare la sua versione è Gelb Botkin, figlio del medico personale dei Romanov che con il padre aveva seguito lo zar e la famiglia fino all’ultimo. L’uomo, inoltre, aveva avuto un rapporto particolarmente stretto proprio con Anastasia durante gli anni della loro infanzia. Una familiarità, dunque, che avrebbe dovuto portare Gelb a non dare fondamento alle dichiarazioni di Anna. In realtà, però, non solo la sostiene ma le darà anche asilo negli Stati Uniti. Dove era riuscito a scappare, e dove la donna vivrà fino al giorno della sua morte avvenuta nel 1084. Ad oggi, però, l’urna della donna si trova in Baviera e porta l’iscrizione Anastasia.
La verità sul caso Anastasia
Per quale motivo, però, la leggenda intorno ad Anastasia ha preso così tanto vita? Così tanto da ispirare addirittura il film omonimo del 1956 con Ingrid Bergman e Yul Brynner? Sicuramente un elemento essenziale è stato il silenzio che, per qualche anno, ha celato i fatti effettivamente accaduti in quella drammatica notte. In secondo luogo, poi, la difficoltà di trovare il luogo della sepoltura ha contribuito notevolmente a dare forza a dei dubbi. Dobbiamo ricordare, infatti, che il sito dove è stata sepolta la famiglia dei Romanov è stato scoperto nel 1979. Tuttavia si è deciso di rendere nota la notizia solo nel 1989. Ossia nel periodo in cui la Russia stava vivendo la glasnost, ossia il suo periodo di trasparenza.
Una volta identificato il luogo, poi, i resti ritrovati sono stati sottoposti all’esame del DNA attraverso attraverso dei lontani discendenti. Tra questi, ad esempio, anche il Principe Filippo, marito di Elisabetta II e legato alla famiglia della zarina. Da queste indagini, dunque, si ha la conferma di trovarsi di fronte ai corpo dello zar, della zarina e di alcuni dei suoi figli. Non tutti, infatti, vengono trovati immediatamente. Nel 2007, un a ricercatrice scopre, poco più lontano dal luogo identificato, una piccola tomba contenente i corpi di due ragazzini, presumibilmente lo zarevic Alessio e sua sorella Maria.
I resti di Anastasia, invece, erano stati già rinvenuti nella fossa comune insieme a quelli dei genitori e delle altre due sorelle, Olga e Tatiana. Oggi tuti i Romanov sono stati sepolti, con una cerimonia nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo mettendo la parola fine alla leggenda della granduchessa sopravvissuta.