Dimenticate l’immagine di Nerone che assiste all’incendio della sua Roma suonando la lira e cantando in maniera sguaiata. Quella è solo un’immagine di Hollywood creata ad hoc per il kolossal Quo Vadis a partire da documenti storici falsati. L’incendio che ha parzialmente distrutto l’Urbe, nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 64 d.C. non è stato appiccato dall’imperatore. Purtroppo, è stato il frutto di una serie di casualità che però, negli anni, sono state del tutto accantonate in favore di un mito più affascinante, quello del sovrano folle. Del tutto infondato.
Nerone il folle
Lucio Domizio Enobarbo, detto Nerone, è stato in carica dal 54 al 68 d.C., ed è passato alla storia per essere stato il responsabile dell’incendio che ha distrutto Roma. Perché lo avrebbe fatto? Per ricostruirla da capo, seguendo un disegno megalomane, in particolare erigendo la Domus Aurea. Nerone avrebbe poi attribuito la colpa ai cristiani per avere dei capri espiatori da condannare.
Questo racconto è stato tramandato da due personaggi come il senatore Tacito e lo storico Svetonio, che mal sopportavano Nerone e il favore di cui godeva tra le classi popolari. E ne produssero la figura di despota pazzo.
Cosa successe davvero a Roma
L’incendio divampò, come detto, nella notte tra il 18 e il 19 luglio, dalla zona del Circo Massimo. In sei giorni di fiamme metà degli edifici della città furono rasi al suolo e molte aree distrutte interamente, come colle Oppio, Circo Massimo e Palatino.
Per altri sette quartieri invece, l’incendio distrusse oltre un centinaio di domus, lasciando solo pochi ruderi. Quattro zone solamente si salvarono: Capena (tra Palatino e Aventino), Esquiliae (la zona di piazza Vittorio), Alta Semita (oggi ci si trova il Quirinale) e Transtiberim (Trastevere).
Nerone in sostanza fu accusato per questioni di propaganda politica. L’imperatore si era inimicato il senato per il suo populismo. Fu quindi incolpato, senza prove oggettive. A questo si aggiunse poi la storiografia cristiana che accentuò di fatto la ferocia di Nerone per “colorare” la storia del martirio degli apostoli Pietro e Paolo avvenuto in quegli anni.
I cristiani all’epoca erano solo una piccola setta e non erano certamente ritenuti pericolosi a livello politico. Semmai fu la plebe furibonda ad avere voce in capitolo. I cristiani dunque affrontarono un regolare processo e furono condannati a morte sulla base delle leggi romane, non certo per una strategia di Nerone.
Quindi, cosa successe davvero quella notte? Secondo recenti tesi storiche, l’incendio nacque spontaneamente e per caso, grazie alle giornate caldissime. E si propagò velocemente perché le case erano tutte in legno. L’innesco è avvenuto tra i magazzini del Circo Massimo, dove si trovava il più grande deposito di legna di Roma. Il vento fece il resto.