Qual è lo scopo dell’uomo negli ultimi decenni? Ovviamente cercare di allungare le aspettative di vita attraverso uno stile di vita sano ma, soprattutto, grazie alle ultime scoperte mediche e scientifiche, E proprio in questo senso si colloca lo studio pubblicato sulla rivista Nature e coordinato da scienziati della Duke National University e il National Heart Research Institute di Singapore, insieme a Imperial College e Duke University.. Questo, infatti, evidenzia come sia necessario spegnere la proteina infiammatoria chiamata IL-11 (interleuchina 11) per aumentare la possibilità di vita. L’IL-11 è una molecola proteica, prodotta dalle cellule stromali del midollo osseo. In particolare, favorisce la produzione delle proteine di fase acuta durante l’infiammazione. Si occupa anche della maturazione di quelle particolari cellule che poi origineranno le piastrine (i megacariociti).
Ad oggi lo studio ha coinvolto esclusivamente animali e, nel particolare, topi riportando risultati importanti. I ricercatori, infatti, hanno osservato che i livelli di IL-11 aumentano con l’età in diversi tessuti e che, eliminando questo gene con tecniche di ingegneria genetica, si prolunga la sopravvivenza del 25%. Abbassando IL-11 , ad esempio, calano i decessi per cancro negli animali e le malattie causate da fibrosi, infiammazione cronica e cattivo metabolismo, che sono caratteristiche dell’invecchiamento.
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione partendo dall’osservazione sulla capacità delle salamandre axolotl di rigenerare arti amputati.
Stando a questo, dunque, andare a spegnere l’interluchina, soprattutto nei soggetti anziani, potrebbe portate agli tessi effetti positivi. D’altronde è risaputo che un fisco meno infiammato tende ad essere più sano. Ad esprimersi a riguardo è stato anche Alessandro Sgambato, ordinario di Patologia Generale dell’Università Cattolica, campus di Roma.
Si tratta sicuramente di una scoperta importante che aggiunge un altro tassello alla nostra comprensione dei meccanismi molecolari responsabili delle modificazioni fisiologiche correlate con l’età e rappresenta un ulteriore passo verso lo sviluppo di una terapia protettiva contro essi. Il dato, inoltre, è in linea con quanto già noto sullo stretto legame fra invecchiamento e infiammazione, il fenomeno noto anche come ”inflammaging”. L’IL-11, infatti, è un importante mediatore dell’infiammazione e farmaci in grado di inibire Il-11 sono già in sperimentazione nell’uomo per malattie infiammatorie croniche, quali le malattie fibrotiche polmonari. Questo permetterà di effettuare studi per valutare gli effetti benefici di una eventuale inibizione di IL-11 su invecchiamento e patologie associate nell’uomo.