La teoria evolutiva formulata da Charles Darwin è stata una delle più rivoluzionarie, pari per importanza a quella espressa da Copernico cambiando l’equilibrio stesso dell’universo e allontanandosi dalla visione religiosa della creazione. Il naturalista britannico, infatti, offre un diverso punto di vista per quanto riguarda l’evoluzione delle diverse specie, compreso l’uomo. Ogni essere, infatti, non è frutto singolo della creazione divina ma vi è un antenato comune da cui deriva. Le sue teorie, ovviamente, hanno un fondamento che trova valore e forza in una lunga osservazione durante un viaggio che lo ha portato a Capo Verde, nelle isole Falkland, in Sud America, Australia e, per finire, nelle Galapagos.
Qui non fa altro che raccogliere fossili, campioni e, soprattutto, osservare delle specie autoctone. Il vero lavoro teorico, però, inizia al suo ritorno in Inghilterra nel 1836. Confrontando i diversi dati a sua disposizione, ad esempio, si rende conto che le varie specie di uccelli osservate alle Galapagos erano in realtà appartenenti ad un’unica sottospecie della famiglia di cui fanno parte i comuni fringuelli. Ed è proprio a questo punto che si allontana definitivamente dall’interpretazione religiosa della creazione, offrendo un racconto avvallato proprio dai fossili raccolti e rimasti fermi nel tempo come testimonianza dell’evoluzione.
Prima di rendere pubblica la sua teoria, però, Darwin decide di attendere ancora 15 anni, trascorsi a raccogliere altre prove. Alla fine il 24 novembre 1859 pubblica “L’Origine delle Specie“. Ed in questo libro, estremamente rivoluzionario, che affermava proprio come ogni specie sia frutto dell’evoluzione di specie precedenti.
lo sono pienamente convinto che le specie non sono immutabili; ma che tutte quelle che appartengono a ciò che chiamasi lo stesso genere, sono la posterità diretta di qualche altra specie generalmente estinta. Questi adattamenti stupendi esistono nel più umile parassita che si attacca al pelo del mammifero e alle penne di un uccello, nella struttura del coleottero che si tuffa nell’acqua, nel seme alato che viene trasportato dalla brezza più leggera: in una parola, noi vediamo delle armonie meravigliose nell’intero mondo organico e nelle sue parti.
Partendo dalle teorie di Malthus, dunque, Darwin, afferma che ogni specie vivente, se lasciata riprodurre senza controllo, potrebbe farlo all’infinito. Partendo da questo concetto, poi, cerca di spiegare la causa delle limitazioni di numero. Darwin identifica l’elemento essenziale nel così detto concetto di ‘lotta per l’esistenza’ sia tra membri di specie diverse che tra membri della stessa specie. A vincere questa lotta, ovviamente, sono i soggetti che sviluppano delle variazioni e quelli più consoni all’adattamento a particolari condizioni.
In questo senso, dunque, l’elemento vincente non è dato dalla forza quanto, invece, dalla capacità di adattarsi al cambiamento dell’ambiente circostante, come le giraffe e l’allungamento progressivo del loro collo continuano a dimostrare ancora oggi.