Sully si conclude con l’assoluzione del pilota Chesley Sullenberger, dopo aver dimostrato che le simulazioni di volo erano errate. Aver ricorso all’ammaraggio dell’aereo Airbus A320 sul fiume Hudson ha salvato l’equipaggio e i passeggeri.
Il pilota della linea Us Airways Chesley Sullenberger (Tom Hanks), detto Sully, è chiamato la mattina del 15 gennaio 2009 a pilotare l’aereo Airbus A320, che va dall’aeroporto LaGuardia di New York all’aeroporto di Seattle-Tacoma, facendo uno scalo presso l’aeroporto di Charlotte-Douglas. Affiancato dal primo ufficiale Jeffrey Skiles (Aaron Eckhart), il comandante inizia la procedura di volo, ma appena il velivolo si solleva in aria, impatta contro uno stormo di uccelli, danneggiando i motori.
Sully capisce che l’unico modo per salvare le 155 persone presenti a bordo dell’aereo sia quello di ammarare sul fiume Hudson. Per farlo, ignora però il protocollo. Non provoca nessuna vittima, anzi, riesce a salvare tutti. E per questo viene acclamato come un eroe. Nonostante questo, però, è messo sotto inchiesta dalla Federal Aviation Administration per non aver rispettato le canoniche procedure di volo. Sully affronta numerose audizioni. E si sente combattuto tra il senso di colpa e la soddisfazione per aver salvato i passeggeri.
L’accusa, portando come prove alcune simulazioni di volo, ritiene che il pilota avesse la possibilità di poter tornare all’aeroporto LaGuardia. Oppure di effettuare l’atterraggio presso il vicino aeroporto di Tederboro, senza ricorrere alla procedura di ammaraggio. Sully, però, dimostra che i calcoli delle simulazioni fossero errati. E spiega che in quel momento, nel mezzo di una situazione critica, il suo fosse un comportamento appropriato. Alla fine dell’udienza, l’uomo viene definitivamente scagionato.