Dietro ai grandi successi della NASA negli anni ’60 c’era una donna: Katherine Johnson. Matematica, informatica e fisica afroamericana non solo riuscì a imporsi in un mondo tradizionalmente maschile, calcolando le traiettorie per il Programma Mercury e per la missione Apollo 11, ma contribuì in modo significativo a eliminare le discriminazioni sul posto di lavoro (e non solo) ai danni dei cittadini neri.
La sua storia è stata raccontata nel biopic Il diritto di contare, in originale Hidden Figures, figure nascoste, per la regia di Theodore Melfi. Nel cast, Taraji Penda Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst, Glen Powell e Jim Parsons. Ma perché la storia di Johnson è stata straordinaria? Potremmo dire perché i traguardi raggiunti da Johnson erano preclusi sia alle donne che agli afroamericani.
Nata il 26 agosto del 1918 in un’umile famiglia della Virginia, Katherine Johnson mostra fin da bambina un incredibile talento per la matematica. Una capacità che riuscì a far fruttare anche se in quegli anni l’educazione non era garantita per gli studenti afroamericani. Si diplomò a soli 14 anni e a 16 anni iniziò a frequentare il West Virginia State College.
Conseguì la laurea in matematica nel 1937, all’età di 18 anni. La sua vita si divise, all’inizio, tra l’insegnamento e la famiglia (sposò James Goble da cui ebbe tre figlie). Poi, iniziò la carriera scientifica unendosi alla National Advisory Committee for Aeronautics (NACA), che sarebbe poi diventata la NASA.
All’inizio, lei e il suo team eseguirono solo calcoli matematici, sui dati delle scatole nere degli aerei. Poi, grazie alla sua grande conoscenza di geometria analitica, fu impiegata in lavori più corposi. Come il calcolo delle traiettorie dei voli spaziali, come la missione Mercury del 1961, la missione sulla Luna dell’Apollo 11 del 1969. E la missione Apollo 13.
Ebbe tre figlie, Costanza, Joylette e Katherine, dal primo matrimonio. Dopo la morte del marito si legò al tenente colonnello James A. Johnson, con il quale rimase sposata fino alla scomparsa dell’uomo. Tutti i suoi nipoti e pronipoti studiarono discipline scientifiche. Morì il 24 febbraio 2020 all’età di 101 anni.
Il 16 novembre 2015 il presidente Barack Obama la incluse in un elenco di 17 americani premiati con la Medaglia presidenziale della libertà.