40 anni fa, il 31 ottobre 1984, si spegneva a Roma, il grande commediografo, regista e attore Eduardo De Filippo. Dicono che tra le sue mani stringesse la foto della figlia Luisella, morta a soli dieci anni, il 5 gennaio 1960. Una tragedia da cui non si riprese mai del tutto e che appesantì il suo cuore fino all’ultimo giorno.
Luisella nacque dalla relazione di Eduardo con la cantante e attrice Thea Prandi. La coppia aveva un altro figlio, Luca, diventato poi celebre attore, e anch’egli scomparso nel 2015, a 67 anni. Il dramma si consumò nell’albergo Savoia-Belvedere del Terminillo, sui monti Reatini. La bambina stava giocando con il fratello, prima di sentirsi male, accasciarsi e morire, vittima di un’emorragia cerebrale fulminante.
I funerali di Luisella, che portava il nome della madre dei De Filippo, portò a un momentaneo riavvicinamento tra Eduardo e Peppino, ai ferri corti da tempo a causa di profonde divergenze artistiche e personali. Peppino si dimostrò molto partecipe del dolore del fratello, andando al Terminillo per poter prendere la bara. Luisella riposa nel cimitero Monumentale del Verano, a Roma, dove si trova anche la tomba del padre.
Come si legge in Vita di Eduardo, la biografia scritta da Maurizio Giammusso, una lettera inviata da De De Filippo all’amata sorella Titina mostra con grande forza il dolore dell’uomo.
“Che vuoi fare, Titina mia, questo mondo non è che una catena di dolori. L’unica gioia mia, in questo momento, è Luca, questo figlio mio benedetto, che, mentre mi ricorda quante responsabilità io abbia dalla sua presenza nel mondo, riesce, in compenso, a fornirmi l’unico pretesto, o diciamo motivo serio per cui possa sentirmi ancora utile per qualche cosa. Tu mi puoi credere, Titina mia, quanto mi sia diventato inutile tutto ciò che mi circonda: non vedo la gente, i palazzi, le strade, i semafori. Tutto, tutto è superfluo e vano!“
Luisella era solita fare ogni giorno un regalo al suo papà, un disegno o un piccolo racconto. Uno di questi, divenne uno spettacolo, o meglio una favola lirica, musicata da Nino Rota con il titolo Lo scoiattolo in gamba.