La “veggente” Gisella Cardia, il cui vero nome è Maria Giuseppa Scarpulla, è nata nel 1970 a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e si è trasferita a Trevignano Romano, sul Lago di Bracciano, nel 2016, anno in cui è stata condannata a due anni per bancarotta fraudolenta di un’azienda di ceramiche di Patti, la Ceramiche Caleca Italia, insieme ad altri soci. Scarpulla ha un marito, Gianni Cardia, omonimo di un sosia di Silvio Berlusconi che lavora nello spettacolo, e questo ha suscitato qualche equivoco. La coppia non avrebbe figli.
Proprio a Trevignano, su un terreno in collina acquistato da lei e suo marito, la Cardia avrebbe iniziato la sua controversa attività di veggente, iniziando a raccogliere attorno alla sua attività molti fedeli generosi, affascinati dal fenomeno di una statua della Madonna che piange, portata da lei in Italia da Medjugorje. Un’attività per la quale sono già arrivate le prime denunce. Altri miracoli di cui si è parlato in questi giorni, sono quelli della moltiplicazione di gnocchi e pizze, che sarebbero avvenuti in occasione di due cene in cui c’era poco da mangiare.
Il fenomeno della Madonna che piange di Trevignano Romano sta sollevando molta attenzione mediatica a partire dall’inizio del mese di marzo, tanto che Gisella Cardia ad aprile è sparita dalla circolazione e ha sospeso anche l’incontro mensile con i fedeli. Suo marito ha spiegato a Bruno Vespa che lui e Gisella sono spariti per tutelarsi dalle minacce ricevute: “è stata creata una situazione di incitamento all’odio attraverso la diffusione di menzogne. Siamo stati aggrediti e io sto facendo denunce su denunce. Ce ne siamo andati per tutelarci. Non siamo scappati”. La coppia di Trevignano, sostiene Gianni, avrebbe ricevuto minacce dai devoti della Madonnina.
Gisella Cardia affermava di aver lasciato il suo lavoro di imprenditrice per lavorare “a servizio del cielo” e ogni giorno 3 del mese organizzava incontri con i fedeli a Trevignano, incontri spirituali all’insegna di preghiere, messaggi della Madonna, miracoli e donazioni. Si parla di donazioni sostanziose: “Ho dato 123mila euro per la Madonna di Trevignano, 30mila al marito di Gisella e il resto alla Onlus”- ha spiegato Luigi Avella, ex dipendente del ministero delle finanze che ha aggiunto di essersi avvicinato alla comunità di Trevignano in un momento difficile. Si sarebbe trattato di donazioni spontanee, quindi Gisella non sarebbe una nuova Mamma Ebe, che ricattava e torturava i suoi adepti, almeno fino a prova contraria.
La statua della Madonna posizionata sulla collina, va detto, non è quella originale, ma è una copia di quella acquistata dai Cardia durante il loro viaggio in Bosnia ed Erzegovina. La madonnina, quella vera, piange lacrime e sangue da quando è stata portata in Italia, ma i Cardia ci tengono a sottolineare “che non piange ogni mese”, lo ha fatto tre anni fa e poi ha smesso, ha spiegato Gisella a Bruno Vespa, durante il programma 5 Minuti.
Riguardo gli esami sulle lacrime, le notizie sono molto fumose: un investigatore privato avrebbe presentato una denuncia alla Procura sostenendo di aver scoperto, dopo alcune analisi sui liquidi secreti dalla statua, che si tratta di sangue di maiale. Secondo Fanpage però, gli ultimi accertamenti fatti sul sangue della Madonnina restano quelli risalenti al 2016. In quell’occasione ai Cardia fu chiesto di poter prelevare il loro Dna e quello presente sulla statua e loro acconsentirono. I risultati furono poi depositati alla Curia ma mai resi noti.
Tra gli altri miracoli della Madonna di Trevignano, figurano quello della moltiplicazione di pizze e gnocchi. Nello specifico, è stata proprio Gisella Cardia a raccontare questo episodio, parlando di una cena per quindici persone, che non era prevista e per la quale non aveva fatto la spesa. “Mi erano rimasti degli gnocchi e il coniglio da pranzo, ma era davvero poco. Così ho detto a una mia amica che intanto io avrei portato quello. E lei giustamente mi guardava per dirmi “ma cosa ci fai con un piattino di gnocchi?”. Vabbè qualcosa ci inventeremo. Allora portiamo questi gnocchi e questo coniglio, credimi erano solo due pezzetti, e nel frattempo che li abbiamo riscaldati, lei ha preso qualcosa che aveva in freezer. Abbiamo apparecchiato il tavolo. Io non so come sia stato possibile, ma mentre riempivamo i piatti, tutti avevano gli gnocchi e hanno mangiato in 15 persone. Ed è stata incredibile questa cosa”
Un altro miracolo, quello della pizza, sarebbe successo a casa dei Cardia. “Un giorno una mia amica portò una teglia molto piccola di pizza per me e mio marito al massimo altre due persone. Qui eravamo 20-25 persone… e quella pizza non solo l’hanno mangiata tutti, ma è anche rimasta, l’abbiamo regalata. Era una teglia da quattro persone. L’abbiamo mangiata in 25” – ha spiegato in un’intervista ad Alberto Caccialanza per Open.