Nel vasto mondo delle curiosità scientifiche e psicologiche, pochi fenomeni risultano tanto bizzarri e affascinanti quanto l’effetto Mariko Aoki. Chiunque abbia mai messo piede in una libreria e avvertito improvvisamente la necessità di andare in bagno potrebbe aver sperimentato questo curioso impulso. Emerso in Giappone negli anni ’80, quando la giornalista Mariko Aoki lo descrisse in un articolo, il fenomeno ha trovato ampio riscontro tra i lettori, dando origine a un dibattito che ancora oggi intriga esperti e curiosi.
L’origine di questa particolare reazione non è ancora chiara, ma esistono diverse teorie. Una delle più accreditate riguarda l’asse intestino-cervello, un meccanismo ben noto in medicina. Il nostro intestino risponde a stimoli emotivi e cognitivi, motivo per cui lo stress o l’ansia possono provocare disturbi gastrointestinali. L’esposizione a una grande quantità di informazioni in un ambiente tranquillo come una libreria potrebbe attivare involontariamente questa connessione, portando al bisogno di evacuare.

Un’altra spiegazione coinvolge la postura. Durante la ricerca di libri, molte persone si chinano o assumono posizioni che possono facilitare il movimento intestinale. Questo principio è simile a quello degli sgabelli ergonomici usati per migliorare la postura in bagno, rendendo l’evacuazione più semplice.
C’è poi l’ipotesi dell’associazione mentale tra lettura e bagno. Molte persone leggono mentre sono sulla toilette, un’abitudine che, nel tempo, potrebbe condizionare il cervello a collegare l’atto del leggere con quello di dover usare il bagno. Di conseguenza, trovarsi circondati da libri potrebbe inconsciamente attivare questo riflesso.
Alcuni studiosi hanno anche ipotizzato che l’odore della carta e dell’inchiostro possa avere un effetto stimolante sull’intestino, sebbene non esista alcuna conferma scientifica in merito. Altri suggeriscono che l’ansia legata alla presenza o meno di un bagno nelle vicinanze potrebbe scatenare una risposta fisiologica, un meccanismo noto in chi soffre di disturbi intestinali come la sindrome dell’intestino irritabile.