Critica d’arte, insegnante, anti fascista e prima donna a ricoprire il ruolo di Direttore dell’Accademia di Brera a Milano. Tutto questo è Fernanda Wittgens (1903 – 1957), la donna e intellettuale che ha ottenuto il riconoscimento di Giusta tra le nazioni per l’aiuto offerto agli ebrei perseguitati durante il secondo conflitto mondiale. Una scelta etica per cui ha pagato con la reclusione a San Vittore nel 1945. Su Wittgens è stata realizzata anche una fiction Rai dal titolo Fernanda, interpretata da Matilde Gioli.
Nata a Milano nel 1903 da una famiglia di origine austro-ungherese, com’è facile dedurre dal suo cognome, è cresciuta all’ombra della bellezza delle più grandi opere d’arte italiane. Fin da piccola, infatti, era solita passare dei lunghi pomeriggi tra le sale dei musei milanesi. Per questo l’arte è diventata un punto fermo della sua vita.
Dopo essere entrata alla Pinacoteca di Brera nel 1928 con il ruolo più basso, ossia operaia avventizia, nonostante la sua Laurea in Storia dell’Arte, riesce a guadagnare velocemente la fiducia dell’allora direttore Ettore Modigliani. Una stima che nel 1931 ha portato ad una nomina come sua vice. Quando, poi, Modigliani viene sollevato dall’incarico a causa delle leggi razziali, è proprio Fernanda Wittgens a prendere il suo posto.
Da quel momento Fernanda Wittgens inizia un lavoro attento e costante per mettere al sicuro le opere d’arte dalla distruzione dei bombardamenti e, soprattutto, dalla razzia dell’esercito tedesco. Allo stesso tempo si schiera silenziosamente a favore degli ebrei perseguitati, aiutando molti di loro a scappare.
Perché, come lei stessa amava ricordare, “quando crolla una civiltà e l’uomo diventa una belva, chi ha il compito di difendere gli ideali? Sono i cosiddetti “intellettuali”. Sarebbe troppo bello essere “intellettuale” in tempi pacifici e diventare codardi, quando c’è pericolo.”