Il distacco dell’insegna Generali dalla Torre Hadid ha trasformato in poche ore uno dei simboli architettonici più celebrati di Milano in oggetto di preoccupazione. Ma cosa rende questo grattacielo così speciale e perché la sua costruzione ha rappresentato una sfida ingegneristica senza precedenti? La Torre Hadid prende il nome dalla sua progettista, l’architetta anglo-irachena Zaha Hadid, pioniera dell’architettura contemporanea scomparsa nel 2016. Il grattacielo rappresenta uno degli ultimi progetti completati dalla celebre architetta, tanto da essere nominato da Emporis il secondo grattacielo più bello del 2016.
La struttura si erge per 177 metri di altezza distribuiti su 44 piani, che diventano 192 metri considerando i 15 metri aggiuntivi dell’insegna Generali. Non è un caso che sia soprannominata “lo Storto”: la caratteristica distintiva dell’edificio è la torsione che viene attenuata sempre più con l’aumentare dell’altezza, fino a raggiungere la verticalità.

Dal punto di vista ingegneristico, la Torre Hadid ha rappresentato una sfida epocale. Il progetto strutturale presenta aspetti innovativi e rappresenta uno dei primi progetti ad affrontare il tema di una torre in torsione interamente in calcestruzzo. Questa scelta tecnica ha richiesto soluzioni costruttive all’avanguardia, a partire dalle fondazioni.
Il getto delle fondazioni, eseguito dalle 20 di venerdì 5 dicembre fino alle prime ore del mattino di domenica 7, ha richiesto un volume di calcestruzzo pari a 7.500 metri cubi. Una quantità impressionante che testimonia la complessità dell’opera. Inoltre, l’edificio si distingue anche per l’elevata efficienza energetica e l’attenzione al contenimento dei costi ambientali.
La Torre Hadid è il secondo per altezza dei tre grattacieli del progetto CityLife, il piano di riqualificazione dell’area dell’ex Fiera di Milano. Dei 44 piani, 39 sono destinati ad uffici e possono accogliere circa 3.200 persone, mentre l’edificio dispone di un parcheggio interrato per circa 380 posti auto.
La lobby alta due piani funge da ingresso sia per la piazza che per la sottostante stazione della metropolitana Tre Torri, servita dalla linea 5 (lilla) della metropolitana milanese. Ai piedi della torre si trova anche una galleria commerciale, completando l’integrazione urbanistica dell’edificio.
La Torre Hadid non è solo un capolavoro architettonico, ma anche un importante asset immobiliare. Nel 2019, Generali Italia ha rilevato dalla controllata Citylife il 90% della torre per 315 milioni di euro, valorizzando l’intero immobile a 350 milioni.
Il Leone aveva trasferito l’anno precedente la propria sede milanese nel grattacielo, facendo della Torre Hadid il proprio quartier generale nel capoluogo lombardo. L’operazione ha permesso a Citylife di chiudere il 2018 con il primo bilancio in attivo della propria storia.
L’inaugurazione ufficiale, avvenuta il 9 aprile 2019, aveva consacrato la Torre Hadid come simbolo della Milano che guarda al futuro. L’incidente dell’insegna ricorda tuttavia che anche i capolavori dell’architettura contemporanea richiedono una manutenzione costante e attenta. La Torre Hadid rimane un simbolo di innovazione e bellezza, ma l’episodio di oggi sottolinea l’importanza della sicurezza in strutture così complesse e iconiche.