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Home » Attualità » Chi è Stefano Ferri, scrittore e crossdresser e perché si veste da donna

Chi è Stefano Ferri, scrittore e crossdresser e perché si veste da donna

Chi è Stefano Ferri, lo scrittore e crossdresser e perché veste abiti femminili. La moglie, la famiglia, il lavoro e il profilo social.
RedazioneDi Redazione1 Agosto 2023
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Stefano Ferri
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Stefano Ferri, nato l’11 giugno 1966 a Milano, è un giornalista e scrittore, di cui si è parlato tanto nel 2023 perché è anche un crossdresser, cioè un uomo che si veste da donna. Ferri è eterosessuale, ha una moglie, Licia, e una figlia nata nel 2009. Laureato in scienze politiche, Ferri è titolare di un’agenzia di comunicazione e marketing. Ha pubblicato il libro Crossdresser. Stefano e Stefania, le due parti di me che è disponibile su Amazon.

 

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A Vanity Fair Stefano Ferri ha spiegato perché si veste con abiti femminili: “In ognuno di noi ci sono una parte maschile e una femminile, che durante l’infanzia e l’adolescenza si fondono: da questa coesione nasce la personalità, con i suoi punti di forza e quelli di debolezza. A me non è successo. Stefano è rimasto dove era e Stefania anche: ho vissuto un inferno, perché a nessuno è dato di vivere mantenendo queste due parti separate”

Ferri ha spiegato infatti che la scelta di indossare abiti femminili è arrivata dopo un lungo percorso, costellato di sfide e difficoltà. Ha iniziato a provare attrazione per gli abiti femminili verso i nove anni, poi a partire dal 1995 fino al 2002, ha femminilizzato progressivamente il suo guardaroba maschile ed entro il 2009 non aveva più abiti maschili: “Mi ispiravo alla moda dell’epoca che proponeva uomini dall’aspetto androgino. In realtà andavo in giro in modo più improponibile di oggi, con giacche broccate e damascate, camicie in organza, pantaloni a zampa in raso nero. Li indossavo pensando: “Tanto sono da uomo”. Era il mio schermo di sicurezza inconscio” Dal 2002 in poi, dopo aver acquistato un kilt (da uomo) ha cominciato ad acquistare capi femminili, poi i tacchi, fino a quando nel 2009 aveva un guardaroba esclusivamente femminile.

“Ognuno di noi ha un’identità e, se non fa male agli altri, deve trovarla  e viverla. Altrimenti diventa un problema. Il mio mix di maschile e femminile è legittimo, non danneggia nessuno. Cogliere il proprio essere è un dovere, non un diritto, altrimenti ci si reprime, e le persone represse diventano pericolose perché, prima o poi, cercano vendetta. Prima di trovare me stesso, avevo uno sguardo aggressivo.”

Il rapporto con sua moglie non è sempre stato facile, hanno vissuto momenti difficili. “Lei mi ha conosciuto quando indossavo abiti strani, quindi mi ha amato così”, negli anni però, con la presa di coscienza di Stefano, le cose si sono fatte più complicate: hanno intrapreso un percorso di terapia di coppia, sua moglie è andata da uno psicologo, lui da una psichiatra che lo ha aiutato ad aprirsi. La scelta di avere un figlio è arrivata quando le cose tra loro erano appianate. “Io ci ho messo 27 anni a capirmi. Come potevo pensare che mia moglie ci riuscisse subito? Ci ha messo 10 anni. Ora dico soltanto 10. E io credo che quei dieci anni siano stati la sua grandiosa dichiarazione d’amore”

 

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