Valeria Rossi, famosa per la canzone Tre Parole (sole – cuore – amore), oggi ha 56 anni e vive a Monza con il marito Pietro Foresti (un produttore musicale) ed il figlio Miro. Con quella canzone vinse il Festivalbar del 2001 e il successo fu improvviso. Si ritrovò infatti nell’onda del successo, tra migliaia di copie vendute, interviste, tournée, radio e festival. Dopo quel capitolo però, di Valeria non si parlò quasi più.
Nella vita di Valeria c’è ben altro oltre la musica: due lauree (giurisprudenza e antropologia) e soprattutto un animo buono e gentile. Basti pensare che con il ricavato di Tre Parole comprò una casa ai suoi genitori, che avevano perso tutto a causa dell’espulsione dalla Libia durante il regime di Gheddafi.
Il resto dei guadagni li usa per vivere la propria vita senza troppi eccessi e stravaganze. Dopo aver lavorato per due anni all’anagrafe di Monza oggi dedica anima e cuore al progetto Voiceplant (insieme a Mattia Teruzzi, scienziato ambientale, e al marito Pietro). In sostanza si una uno strumento in grado di registrare e convertire in suono l’elettricità che circola all’interno degli esseri viventi, che siano piante o essere umani.
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Valeria purtroppo ha anche un passato buio alle spalle. Nella sua autobiografia Come un cane Bianco, un libro intimo e profondo, riporta episodi di abusi subiti all’età di 10 anni, avvenuti in un ambiente “sicuro”. La famiglia, a conoscenza dei fatti, la mise a tacere, lasciandola sola. La decisione di condividere la sua storia è un atto di coraggio e un modo per elaborare il trauma.
Valeria Rossi potrebbe essere quasi definita la ragazza della porta accanto. Anche se dopo il primo grande successo non ne sono seguiti altri, ha sempre continuato il suo percorso all’interno dell’industria musicale, affiancandolo a quello intrapreso nel mondo dell’editoria. Una ragazza con un passato doloroso, umile, responsabile, altruista e sempre alla ricerca di un modo per far star bene il prossimo.