Paolo Campanardi, detto Gibba, è il conduttore di “Metal Detective”, il programma tv di Discovery, DMAX per la precisione, in cui va a caccia di tesori di ogni tipo, nascosti nei posti più lontani. Uno show di super nicchia che tuttavia ha uno zoccolo duro di appassionati. E soprattutto mostra le effettive capacità di un professionista, uno dei centomila metaldetectoristi italiani, scelto per le sue doti dagli inquirenti che stanno indagando sul delitto Verzeni.
Campanardi, infatti, da qualche giorno è all’opera coi volontari del Mu.Re (Museo Recuperanti), armati di metal detector, per cercare l’arma che ha ucciso Sharon Verzeni. Con i suoi uomini sta scandagliando il parco di Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, e le vie del paese dove la trentatreenne è stata uccisa il 29 luglio scorso. A caccia del coltello usato per toglierle la vita.
Un detective della Storia
Trentasette anni (ne compirà 38 a ottobre), originario di Toscolano Maderno, nel Bresciano, Campanardi coordina la squadra incaricata dalla Procura di Bergamo per le ricerche. Diventa noto grazie al programma su DMAX in cui si reca in luoghi per individuare artefatti preziosi e storici, in particolare reperti bellici.
Una passione, quella per i reperti, che lo accompagna da sempre. Che si intreccia con un altro grande amore, quello per la montagna. Campanardi, infatti, ha in gestione un rifugio di alta montagna che segue personalmente quando non impegnato nelle riprese per il programmi.
Campanardi ama a tal punto il suo lavoro di “recuperatore” da essere Presidente dell’Associazione Gruppo Ricerca, ente che si prefigge come obiettivo la salvaguardia del patrimonio associato alla Prima Guerra Mondiale.
Nel 2022 riesce addirittura a ritrovare un busto di rame rubato 30 anni fa, dedicato al tenente Francesco Barbieri, ucciso il 5 ottobre 1916 durante un’eroica azione di guerra che costrinse alla resa un presidio austriaco.
Ha raccontato a Brescia Oggi:
“Ero stato contattato dai gestori del rifugio per prendere in consegna e restaurare alcuni reperti destinati ad arricchire la loro esposizione storica. Nell’occasione ho anche riportato “alla base” altro materiale recuperato in passato in alto Garda, appartenuto a truppe e soldati di queste zone. Arrivato in quota ho fatto un giro di perlustrazione con il metal detector, sentendo poco dopo nei pressi di alcune pietre un segnale importante. Alla vista del busto il gestore si è emozionato, e tra le lacrime mi ha raccontato del furto avvenuto oltre trent’anni fa proprio da lui al rifugio“.
Lontano dal gossip, Paolo Campanardi ha una compagna di nome Michela e un figlio di 13 anni, Tommaso, con cui vive vicino al Lago di Garda.