Nella puntata di Un Giorno In Pretura dell’8 aprile 2025, Roberta Petrelluzzi si occuperà delle indagini e del successivo processo per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, soprannominato Diabolik o Diablo, avvenuto il 7 agosto 2019 a Roma. Scopriamo allora chi era Diabolik: non solo un noto ultrà della Lazio ma anche una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, coinvolto in più di un’inchiesta per estorsione e narcotraffico.
Fabrizio Piscitelli nasce a Roma nel 1966 da un’impiegata e un ispettore di polizia, e già da giovane si avvicina agli ambienti di Forza Nuova e della frangia più estrema della tifoseria della Lazio; all’inizio degli anni ’90 figura tra i principali leader degli Irriducibili, gruppo ultras laziale che definisce “gli ultimi fascisti di Roma”. Nel 2013 Piscitelli è oggetto di ordinanza di custodia cautelare in quanto “referente di un’organizzazione narcotrafficante autonoma” nel contesto dell’operazione Castillos.

Due anni dopo, sia lui che altri Irriducibili finiscono in manette per tentata estorsione ai danni del Presidente della Lazio Claudio Lotito: ricorrendo a violenza e minacce frequenti nonché all’uso di ordigni esplosivi, essi hanno cercato di costringere Lotito a cedere le proprie quote della società ad altri imprenditori, finendo indirettamente nelle mani dei Casalesi. Piscitelli, che in passato ha subito diverse condanne per danneggiamento, gioco d’azzardo e scommesse clandestine, nonché resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, viene ora condannato a 4 anni e 8 mesi di carcere per traffico di stupefacenti. In seguito il nome di Diabolik viene associato a quello di Massimo Carminati nel corso delle indagini su Mafia Capitale: gli inquirenti sostengono che sia a capo di un’organizzazione criminale con l’obiettivo di assumere il controllo di tutte le piazze di spaccio della capitale.
Alle 19:00 del 7 agosto 2019, al Parco degli Acquedotti di Roma, Piscitelli viene ucciso con un colpo di pistola alla testa. Le indagini durano due anni e mezzo e vertono infine su Raul Esteban Calderon (Gustavo Alejandro Musumeci), che viene incastrato dalle telecamere di sorveglianza di un’abitazione privata nei pressi del luogo del delitto; l’uomo, che nel 2020 uccide con lo stesso modus operandi anche il 38enne albanese Shehaj Selavdi a Torvaianica, viene sottoposto a fermo il 13 dicembre 2021 come presunto esecutore materiale dell’omicidio. Il processo comincia nel 2023 e si conclude il 25 marzo 2025, quando la corte d’assise di Roma condanna Calderon all’ergastolo per omicidio volontario, pur non riconoscendo l’aggravante del metodo mafioso contestata dalla procura di Roma e dalla famiglia Piscitelli.