Si è spenta nelle scorse ore, all’età di 77 anni, Rita D’Auria, conosciuta come suor Paola, personaggio amatissimo nel mondo del calcio, soprattutto tra i tifosi della Lazio, per le sue partecipazioni televisive in veste di tifosa biancoceleste. Impegnata in iniziative benefiche con la sua ONLUS SoSpe (Solidarietà e Speranza), si è fatta conoscere al grande pubblico per la sua partecipazione a “Quelli che il calcio” di Fabio Fazio, sul finire degli anni ’90. La notizia della sua morte è stata data dal noto giornalista sportivo capitolino Guido De Angelis, durante la serata di commemorazione per un altro mito biancoceleste, Giorgio Chinaglia.
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Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, Suor Paola ha lavorato come maestra presso l’Istituto Sacro Cuore di Gesù alla Farnesina, dove si è spenta per l’aggravarsi della sua malattia. È stata anche allenatrice di calcio dei più piccoli.
Nata a Roccella Jonica, in Calabria, il 27 agosto del 1947, seguì la sua vocazione nonostante il parere contrario della famiglia, aggregandosi all’ordine delle Suore scolastiche francescane di Cristo Re. Scelse il nome di Paola, in onore di San Paolo, perché proprio nel giorno della conversione del Santo, il 25 gennaio, anche lei aveva maturato la sua vocazione.
L’altra sua fede, quella per la Lazio, maturò in maniera particolare. “Quando bussai alle porte di Roma e Lazio per chiedere un aiuto ai ragazzi che allenavo, alla Roma trovai porte chiuse, invece alla Lazio trovai braccia aperte e mi diedero anche il permesso di usare il loro campo di allenamento“, disse in più di un’intervista. Trascorreva le sue giornate fra le mamme e i bambini della sua casa-famiglia, i poveri della periferia della Capitale, i carcerati di Regina Coeli, non facendo mai mancare il suo sostegno.
Per sempre con noi.
Ciao, Suor Paola 🩵 pic.twitter.com/w1TYlhW9oS
— S.S.Lazio (@OfficialSSLazio) April 1, 2025
In un certo senso, ha utilizzato la sua popolarità televisiva per aiutare il prossimo, anche se agli inizi non fu facile. “Contro di me ci fu una rivolta del mondo ecclesiale femminile e il Vicariato di Roma mandò pure un’ispezione. Ma poi capirono che non facevo nulla di male Lo stadio può essere un luogo di missione e la popolarità mi ha aperto tante porte per le mie opere di carità“, raccontò a Famiglia Cristiana.
Commosso il ricordo della società capitolina, a partire dal presidente Claudio Lotito: “Mancherà il suo sorriso, ma non cesserà di certo l’umanità dei suoi collaboratori nel proseguire ciò che ha creato”.
Meno di un anno fa, prima degli Europei, scrisse una lettera aperta a Zaccagni, unico biancoceleste in Nazionale. “Quest’anno sarai l’unico laziale a rappresentare i nostri colori in una manifestazione così importante per l’Italia. Da tifosa ti auguro ogni bene, ma anche sotto il punto di vista privato e personale, avendo tu una meravigliosa famiglia”. Fu proprio Zaccagni a siglare il gol decisivo contro la Croazia che permise agli azzurri di passare la fase a gironi.